(a cura di Velania La Mendola)
INDICE / INDEX
EDITORIALE/EDITORIAL: LEONARDO SCIASCIA. PERCHÉ PARLARNE E SCRIVERNE ANCORA?
A vent’anni dall’attività dell’associazione Amici di Leonardo Sciascia, il direttore editoriale ribadisce l’attualità dell’opera dell’autore siciliano e la necessità di continuare gli studi critici, anche alla luce delle ultime edizioni e delle scoperte archivistiche e di ricerca. Il terzo fascicolo di “Todomodo” è corredato da tavole illustrative a colori, con immagini varie riferite ai diversi temi trattati nei saggi.
Pag. XIII-XIV
Il curatore dell’opera omnia di Leonardo Sciascia dell’edizione Bompiani 1987-1991, riflette sulla relazione tra il peso critico dato a uno scrittore e sul suo inserimento nel canone dei classici. Secondo Ambroise, Sciascia è un ‘modello’ di letteratura, un classico insostituibile anche per i posteri.
Pag. XV-XVI
Il curatore delle “Oeuvres complètes” di Leonardo Sciascia, pubblicate in Francia per i tipi di Fayard fra il 1999 e il 2002, fa emergere una serie di questioni critiche e interpretative legate alla rassegna dell’opera completa di un autore che rimane un modello per tutti i lettori, soprattutto per il suo essere un ‘mai soddisfatto interrogatore della realtà’.
Pag. XVII-XVIII
Il curatore della più recente opera omnia di Leonardo Sciascia, edita da Adelphi e in corso di pubblicazione, fa emergere la necessità di un attento lavoro filologico di fronte a un autore che è ormai un classico della letteratura italiana ed europea del Novecento. La ricostruzione del percorso del testo dall’idea alla stesura, dalla bozza all’edizione definitiva, rivela spesso aspetti insoliti della personalità e del lavoro dello scrittore: Sciascia ha lasciato poche tracce dietro sé, ma spesso significative e tali da coinvolgere anche i lettori meno specialistici.
Pag. XIX-XX
IL DONO / THE GIFT
“Io e Sciascia” è il titolo di tre conversazioni che si sono tenute a Milano, presso lo Studio legale La Scala, nell’aprile 2013, a cura dell’Associazione Amici di Leonardo Sciascia, per festeggiare il ventennale della fondazione del sodalizio. Nella prima conversazione, lo scrittore Andrea Vitali ha raccontato la propria formazione culturale fortemente caratterizzata dalla lettura, prima casuale, poi sempre più consapevole ed appassionata, delle opere di Leonardo Sciascia. In questa ‘Lettera aperta’ prendono vita due personaggi costruiti con la leggerezza e l’ironia proprie dell’immaginario di Vitali: un giovane studente di provincia impara a leggere e a comprendere la società attraverso lo sguardo di Sciascia, visto come intellettuale sobrio e appartato, modello di impegno civile e anche di stile. Se il giovane Vitali si muove nella Lombardia lacustre degli anni Sessanta, attiva e talora un po’ rozza, il maestro è immaginato nel silenzio di una Sicilia mitica, con lo sguardo al mare e l’eterna sigaretta fra le dita. Nella speranza che lo scrittore di Racalmuto, ‘ancorché abilmente mascherato’, stia per tornare, pronto a ragionare sull’attuale declino.
Pag. 3-8
RASSEGNA / REVIEW ESSAYS. LEONARDO SCIASCIA COLLOQUIA, III. “COME AL CANCELLO DELLA PREGHIERA”: SENTIMENTO E COSCIENZA RELIGIOSI IN LEONARDO SCIASCIA
Introducendo la terza edizione dei Leonardo Sciascia Colloquia, tenutasi a Palermo nel Novembre 2012, Fiaschi presenta il delicato tema del sentimento e della coscienza religiosi in Leonardo Sciascia. Lo scrittore se certamente da un lato riprende aspetti della spiritualità del Settecento, avendo eletto a numi tutelari Voltaire e Diderot, ad esempio con la lotta contro il fanatismo e l’intolleranza, dall’altro non può essere liquidato come illuminista ‘tout court’. Si pensi alla dichiarazione rilasciata a Messori o ad altri interventi che indicano un sentimento della religione molto più complesso. La rassegna si apre con la riproduzione dell’acquaforte su rame di André Beuchat, “Sur le seuil” (2013).
Pag. 11-13
Il Presidente dell’Associazione Amici di Leonardo Sciascia introduce i lavori del terzo Colloquium con una breve riflessione su tre temi con i quali Sciascia ha lottato tutta la vita: ragione, verità, giustizia. La religiosità si lega allora nelle sue opere al rispetto dell’uomo, della sua dignità, alla difesa dalle ingiustizie o dalla ingiusta giustizia gestita dal potere. Sciascia rifiuta certamente la religione dell’ipocrisia, ma qual è l’intreccio tra religiosità e ragione? È questo uno degli interrogativi al quale in convegno ha voluto rispondere con l’aiuto di eminenti studiosi.
Pag. 15-18
Sulla base di un intervento presentato nella sessione “Quid est veritas?” al terzo Leonardo Sciascia Colloquium, tenutasi a Palermo nel novembre 2012, questo articolo si concentra sul concetto di percezione della verità nelle opere di Sciascia, tra ‘disincanto cogitante’ e ‘incanto credente’, intrecciandolo con il meccanismo della reversibilità più volte utilizzato dall’autore.
Pag. 19-29
Una selezione breve degli interventi del dibattito del Colloquium sciasciano 2012 (può essere ascoltato integralmente sul sito di Radio Radicale): una riflessione a più voci sui temi verità, religione, morte nell’intera produzione sciasciana che sfocia in due proposte critiche distinte tra tensione metafisica e profonda laicità dello scrittore. L’arte, la letteratura, ne è il naturale trait d’union.
Pag. 31-38
Questo saggio è basato su un intervento presentato nella video-registrazione nella sessione Quid est veritas? al terzo Leonardo Sciascia Colloquium, tenutosi a Palermo nel novembre 2012, ed esplora la nozione di verità raggiunta dalla letteratura e dei suoi limiti, tracciando le affinità tra Sciascia e Borges, con la teologia come punto di partenza e la letteratura come punto di arrivo.
Pag. 39-45
Sono trascritti i punti chiave del dibattito successivo all’intervento di Claude Ambroise, “Della Letteratura”, durante il terzo Colloquium sciasciano. Segue la risposte dell’autore.
Pag. 47-50
Sulla base della Lectio Magistralis nella sessione “Quid est religio?” al terzo Leonardo Sciascia Colloquium (novembre 2012), questo articolo si concentra sui testi di Sciascia che si occupano della ‘religio’: termina che deriva da ‘religare’ e comporta tutti gli elementi che legano, collegano ed uniscono una comunità al proprio avvenire e alle sue divinità. Ossola, a partire da “Feste Religiose in Sicilia”, analizza alcuni dei saggi di Sciascia su Pirandello e arriva alla sua distanza dai “Malavoglia” di Giovanni Verga e alla loro fissità senza redenzione.
Pag. 51-62
Nell’intervento presentato nella sessione “Quid est mors?” al terzo Leonardo Sciascia Colloquium, tenutosi a Palermo nel novembre 2012, e qui riproposto, Gurgo analizza la posizione dell’autore siciliano in relazione al concetto di morte non solo attraverso l’esame di tre delle sue opere principali riguardo a questo argomento, “Il cavaliere e la morte”, “Cruciverba” e “Una storia semplice”; ma considerando anche le dichiarazioni rilasciate dallo stesso Sciascia nel corso di alcune interviste.
Pag. 63-70
Presentato nella sessione “Quid est mors?” al terzo Leonardo Sciascia Colloquium (Palermo, novembre 2012), questo saggio prende in considerazione il tema della religiosità in Sciascia attraverso l’analisi della narrazione della morte in alcuni suoi testi, sebbene il tema ‘contamini’ quasi tutte le sue opere. Lo spunto critico è strettamente connesso alla tradizione regionale dell’autore e al concetto di ‘sicilitudine’.
Pag. 71-79
Il testo è la trascrizione a cura di Carlo Fiaschi e Paolo Squillacioti della registrazione effettuata da Radio Radicale della relazione tenuta da Leonardo Sciascia a Padova il 10 febbraio 1984, nell’ambito di un ciclo di incontri con studenti e docenti dell’Università, su “L’ateismo degli italiani”, promosso dall’Associazione Ex Alunni dell’Antonianum, a cura di Don Carlo Messori. Sciascia prende come punto di partenza la definizione platonica di tre forme di ateismo: le prime due, corrispondenti al materialismo e allo scetticismo, rientrano nel campo dell’ateismo filosofico; la terza, ovvero la credenza che la divinità possa essere propiziata con doni e offerte, egli la definisce come ateismo del credente in Dio, un ateismo pratico o attivo. Sciascia si sofferma anche sul suo rapporto personale con ciò che egli definisce come uno stile di vita cristiano. Il discorso è seguito dalla discussione di Sciascia con il pubblico.
Pag. 81-96
LETTURE / READINGS
L’articolo contiene il testo di una presentazione nella Sala Napoleonica dell’Università degli Studi di Milano (11 aprile 2013) intitolata “Opere a canone. Leonardo Sciascia: critica e tradizione editoriale” sulla persistente leggibilità delle opere di Sciascia che, a quasi 25 anni dalla scomparsa, si ripubblicano, si vendono, sono oggetto di nuovi commentari. La riflessione continua sull’influenza del contesto scolastico, a più livelli, e sul processo di monumentalizzazione a cui è andata incontro la figura di Sciascia. Nell’ambito della presentazione si è svolta una tavola rotonda con Marco Belpoliti, Salvatore Silvano Nigro, Giorgio Pinotti e Paolo Squillacioti.
Pag. 99-103
L’articolo si basa sul testo di una presentazione alla Fondazione Giuseppe Whitaker (Palermo, 15 novembre 2012), del primo volume delle “Opere” di Leonardo Sciascia a cura di Paolo Squillacioti e pubblicato da Adelphi, e riflette sul valore del lavoro filologico condotto dall’editor per i futuri studi critici.
Pag. 105-110
L’articolo è basato sull’intervento avvenuto nel corso della tavola rotonda “Opere a canone. Leonardo Sciascia: critica e tradizione editoriale”, tenutasi presso l’Università degli Studi di Milano l’11 aprile 2013. L’autore ritiene che il primo volume delle “Opere” di Sciascia, a cura di Paolo Squillacioti e pubblicato da Adelphi, sia esemplare soprattutto per la ricerca filologica condotta dal curatore nel tracciare la genesi e le variazioni dei testi. L’edizione adelphiana si distingue infatti per gli interventi volti a sanare corruttele prodotte da sciatteria redazionale o da un editing incautamente interventista, restituendo così al lettore il testo voluto dall’autore.
Pag. 111-116
econdo la storica Simonetta Soldani, che ha analizzato l’opera sciasciana all’interno di un progetto sulla scrittura avente per tema la scuola italiana raccontata dai protagonisti, le “Cronache scolastiche” (1955) segnano uno spartiacque nella rappresentazione di tale particolare ambiente. La narrazione della personale esperienza di Sciascia come maestro di scuola elementare è innovativa e l’autrice ne fa emergere nuovi aspetti mettendo a confronto la ‘verità letteraria’ con la ‘verità statistica’, in relazione alla critica mossa da Sciascia sull’ingiustizia sociale entro il quale il sistema scolastico funzionava.
Pag. 117-127
STUDI E RICERCHE / STUDIES AND RESEARCH
Secondo l’autore, a partire da “Il Consiglio d’Egitto” la scrittura di Sciascia subisce un passaggio fra due diverse concezioni del rapporto tra il testo e l’archivio: da un racconto della storia come traduzione in termini narrativi della documentazione archivistica ad uno che fa della discussione di quest’ultima la ragione di essere del testo. Il romanzo inoltre è il più emblematico rispetto alla meditazione di Sciascia sulla possibilità di raggiungere, attraverso la scrittura della storia, la verità; una meta irraggiungibile che è da cercarsi nello slancio etico di tutta l’opera sciasciana, nel come i suoi testi si sono assunti la responsabilità di testimoniare.
Pag. 131-149
Questo saggio ripercorre, attraverso documenti d’archivio, il rapporto tra Sciascia e Moravia: dalla collaborazione per la rivista “Nuovi Argomenti” dal 1982 fino alla morte di Sciascia nel 1989; dal risguardo di Sciascia sulla copertina dell’edizione “Cosma e i briganti” (Sellerio, 1980) di Moravia alla recensione di quest’ultimo de “Il cavaliere e la morte”, fino al necrologio per lo scrittore siciliano.
Pag. 151-156
PERSI E RITROVATI / LOST & FOUND
Una breve nota sulla casuale scoperta di Francesco Izzo dei ritratti di Leonardo Sciascia dell’artista Mario Francesconi, pubblicati nel numero III della rivista “Todomodo”.
Pag. 159
Riproduzione a colori dei ritratti di Leonardo Sciascia firmati dall’artista Mario Francesconi, del quale si riporta un breve profilo biografico.
Pag. 161-164
l testo di Luigi Cavallo è un commento alla pubblicazione di una scelta di carte di Mario Francesconi che ha come unico soggetto il volto di Leonardo Sciascia. Un articolo che restituisce la spontaneità di un rapporto poetico e che spiega l’approccio narrativo al ritratto.
Pag. 165-173
CONTRADDISSE E SI CONTRADDISSE / DISCUSSIONS. INTELLETTUALI ITALIANI E DISSENSO SOVIETICO: IL CASO “POCO ECLATANTE” DI LEONARDO SCIASCIA
Questo articolo presenta e riassume le polemiche sulla supposta mancanza di sostegno o solidarietà di Sciascia ai dissidenti sovietici nel 1960. Una polemica recentemente riaperta da Paolo Mieli in un articolo pubblicato sul “Corriere della Sera” il 12 giugno 2012 con il titolo “Intellettuali reticenti sul dissenso in Urss. La sinistra italiana e il processo Sinjavskij-Daniel”. L’autore passa in rassegna le posizioni assunte, al momento della presunta critica di Sciascia agli intellettuali dissidenti sovietici, da figure come lo slavista Vittorio Strada, Iosif Brodskij, Carlo Ripa di Meana e Roberto Calasso.
Pag. 177-183
Nel contesto della polemica sulla presunta mancanza di sostegno o solidarietà di Sciascia ai dissidenti sovietici nel 1960, l’autore sottolinea quanto l’interesse politico di Sciascia fosse rivolto in generale all’analisi quasi filologica e insieme profondamente sofferta dei nodi della giustizia in Italia, tanto da utilizzare come termine di paragone – anche molti anni dopo il caso Siniavskij-Daniel’ – in modo provocatorio, la situazione sovietica. Stango mette in evidenza anche la posizione di Sciascia nella polemica rispetto alla decisione di entrare a far parte del Partito Radicale.
Pag. 185-188
Nel contesto dei tentativi da parte dell’Unione Sovietica di bloccare nel 1977 la Biennale di Venezia dedicata all’arte e alla cultura dei dissidenti, Carlo Ripa di Meana, che aveva proposto il tema e coordinato l’evento, ricorda il suo rapporto con Sciascia in un conversazione con Antonio Stango del Partito Radicale.
Pag. 189-191
A 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino – e dunque anche dalla morte di Sciascia che da quell’evento fu preceduta di qualche giorno – pare significativo all’autore analizzare la questione degli intellettuali, in varia forma riconducibili al PCI, verso le tappe fondamentali che hanno determinato i rapporti tra Europa dell’Est e dell’Ovest nel secondo dopoguerra. La questione della ‘viltà degli intellettuali’ di fronte agli orrori del regime sovietico riemerge ciclicamente con vigore e rabbia, spesso con giusto tributo alla storia e alla memoria, ma a volte alla ricerca di processi sommari, fuori tempo e contesto, nei confronti di singole personalità e posizioni, come nel caso di Leonardo Sciascia, con particolare riferimento al caso dei dissidenti Andrej Sinjavskij e Julij Daniel’.
Pag. 193-202
ICONOGRAFIA / ICONOGRAPHY
Il saggio passa in rassegna alcune delle figure sacre e delle immagini religiose presenti nelle opere di Leonardo Sciascia. L’autrice, incrociando i dati con lettere d’archivio, esamina le copertine di diverse edizioni sciasciane, italiane e non. Emerge in particolare l’attenzione riservata da Sciascia al lavoro di Antonello da Messina. Infine, il saggio si concentra su “Feste Religiose in Sicilia”: un libro fotografico nel quale gli scatti di Ferdinando Scianna sono accompagnati da testi scelti da Sciascia. L’autrice spiega anche le circostanze legate alla pubblicazione del libro, presentando una ipotesi critica sul legame indissolubile tra immagini e testo.
Pag. 205-217
Lo scopo di questo articolo è quello di definire, attraverso il supporto delle immagini, il ruolo di Odilon Redon nella elaborazione del pensiero di Leonardo Sciascia. L’artista francese, cui in diverse occasioni Sciascia fa riferimento, costituisce il punto cardine di una costellazione ideale di ‘auctores’, uniti da una adesione alla poetica simbolista in senso lato e, di conseguenza, a un’estetica visionaria. Questa lettura sincronica si accompagna all’evoluzione diacronica del percorso artistico di Sciascia, che è opposto ma speculare a quello di Redon: da luce a ombra e da razionalismo a mistero; ma soprattutto il passaggio dall’immagine al segno e dallo sguardo alla visione, quest’ultima assumendo un significato sempre più metafisico.
Pag. 219-237
BIBLIOTECA DIGITALE SCIASCIA (BiDiS)
L’anno 2013 segna il decimo anniversario dell’inaugurazione della Biblioteca della Fondazione Leonardo Sciascia. In questo articolo, la responsabile della Biblioteca delinea i dieci anni di intensa attività, durante i quali la biblioteca è cresciuta anche grazie al contributo di persone, istituzioni e case editrici che hanno scelto di arricchire il suo patrimonio attraverso lasciti e donazioni. L’intera corrispondenza dello scrittore è in fase di archiviazione e catalogazione digitale: circa diecimila lettere che rappresentano un patrimonio insostituibile per i ricercatori e per chi è interessato a ricostruire la storia della letteratura, della politica e del contesto culturale della seconda metà del XX secolo. Segue l’elenco dei nominativi relativi agli autori dei documenti già trattati.
Pag. 241-253
Lo scopo di questo articolo è quello di definire, attraverso il supporto delle immagini, il ruolo di Odilon Redon nella elaborazione del pensiero di Leonardo Sciascia. L’artista francese, cui in diverse occasioni Sciascia fa riferimento, costituisce il punto cardine di una costellazione ideale di ‘auctores’, uniti da una adesione alla poetica simbolista in senso lato e, di conseguenza, a un’estetica visionaria. Questa lettura sincronica si accompagna all’evoluzione diacronica del percorso artistico di Sciascia, che è opposto ma speculare a quello di Redon: da luce a ombra e da razionalismo a mistero; ma soprattutto il passaggio dall’immagine al segno e dallo sguardo alla visione, quest’ultima assumendo un significato sempre più metafisico.
Pag. 219-237
RECENSIONI / BOOK REVIEWS
Pag. 257
Pag. 261
Pag. 265
Pag. 279
GRAN FINALE