Vol. XI – 2021

Vol. XI – 2021

TODOMODO: Abstract anno 2021 – Vol. XI

INDICE / INDEX

Tomo I

Al lettore
P. 1


Cento di questi anni, Leonardo! (1921-2021)

MARIO SOLDATI, Kermesse
Il testo, inedito, di Mario Soldati – apparso per la prima volta nella cartella fuori commercio degli Amici di Sciascia col titolo Kermesse per Leonardo, accompagnato da un’incisione in 140 esemplari numerati e firmati di Agostino Arrivabene, a cura di Francesco Izzo, 2021 («Omaggio a Sciascia», 27) – viene ripubblicato in questa sede, arricchito da una postilla (non presente nella cartella) in occasione dei cento anni dalla nascita di Leonardo Sciascia. Il testo è il risultato della trascrizione, rivista da Ricciarda Ricorda nella registrazione audio originale, del discorso pronunciato il 15 gennaio 1983 da Soldati a Percoto (Udine), in occasione della consegna del «Premio Nonino Risit d’Áur-Barbatella d’oro» a Leonardo Sciascia per il volume Kermesse.
Pp. 5-8


Il dono

ANGELO SCANDURRA – LEONARDO SCIASCIA, Il senso del controsenso
Il testo è la trascrizione dell’intervista a Leonardo Sciascia registrata nel 1986 da Angelo Scandurra, da questi poi raccolta nel volume Vivere la parola. Protagonisti allo specchio, pubblicato nel 1989, con prefazione di Carlo Muscetta per i tipi dell’editore Bonanno (Acireale-Roma).
Pp. 11-14

RITA CIRIO, Di giorno andavamo da Borges e Fellini
La giornalista racconta il suo rapporto di amicizia con lo scrittore siciliano che, dagli affetti familiari alle frequentazioni di intellettuali, scrittori e registi, copre anni cruciali della cultura italiana tra gli anni Settanta e Ottanta.
Pp. 15-18


Letture / Readings

GIUSEPPE A. SAMONÀ, La guerra, la pace, il libro. Variazioni sull’Antimonio
Prendendo le mosse dai rapporti di Sciascia con la cultura jugoslava e da alcune opere di Ivo Andrić e Miroslav Krleža, questo saggio offre una rilettura dell’Antimonio e, più in generale, dell’originale antifascismo e sapienza poetica che lo scrittore sviluppa a partire dalla guerra civile spagnola. In questa prospettiva, la Sicilia, i Balcani e la Spagna compongono una sorta di teatro della vita e della morte, in cui la netta opposizione ai fascismi storici, quello spagnolo come quello italiano che lo ha aiutato, sfocia in una profonda meditazione sull’umanità, nel segno di un radicale rifiuto della guerra. L’antimonio si rivela così una pietra angolare che orienta tutta la seguente produzione sciasciana.
Pp. 21-34


Studi e ricerche / Studies and Research

ALBERTINA FONTANA – ULRIKE REUTER, «Una bella edizione, l’ho vista». Sulla ricezione dell’opera di Leonardo Sciascia nella Repubblica Democratica Tedesca
Nel 1964 la casa editrice tedesco-orientale Volk und Welt pubblica la traduzione di tre racconti tratti da Gli zii di Sicilia di Leonardo Sciascia. Ė certamente un evento significativo per chi voglia tracciare la storia della ricezione dell’opera dello scrittore siciliano in area germanofona, in quanto prova che l’interesse per Sciascia fu molto precoce nella Germania dell’Est, proprio dove era più forte il pregiudizio nei confronti della letteratura occidentale. Il profilo intellettuale, che i redattori della casa editrice disegnano, trae fondamento da un’intervista che l’autore aveva rilasciato al quotidiano «L’Unità», l’anno precedente. In essa, accanto alle durissime critiche riservate alle politiche dell’Italia e di alcuni stati europei, non mancano parole di apprezzamento per la lotta contro il nucleare, sostenuta dai paesi socialisti. Ė questo un valido presupposto per promuovere l’immagine di uno scrittore che, senza rinunciare alla speranza, analizza con rigore la società, denunciandone le ingiustizie. Da qui il progetto di pubblicare alcune opere importanti di Leonardo Sciascia, con un percorso critico interessante, strettamente collegato alle vicende politico-culturali di quegli anni.
Pp. 37-52

GIULIA DI PERNA, Il comando a Roma (1957-1958): una traccia indiretta
L’articolo intende approfondire un periodo particolare della vita di Leonardo Sciascia, l’anno scolastico 1957-1958, che lo scrittore trascorse a Roma distaccato al Ministero della Pubblica Istruzione. Malgrado le scarse informazioni sul suo ruolo nell’amministrazione scolastica capitolina, alcuni indizi si sono rintracciati in epistolari, contributi e testi narrativi; informazioni utili, inoltre, si ricavano dalla collaborazione di Sciascia a «Prospettive Meridionali», periodico romano di quegli anni.
Pp. 53-62


Persi e ritrovati / Lost and Found

VINCINO, «Noi giocavamo con il mondo, no?»
Tratto da una testimonianza in presa diretta che ripercorre la sua vicenda artistica e umana, il disegnatore Vincenzo Gallo (in arte Vincino) tratteggia in queste righe la visione e il contesto nel quale, sul finire degli anni Settanta, prese forma il progetto che portò alla nascita del periodico satirico «Il Male», di cui fu tra i fondatori e che negli anni Ottanta assurse alle cronache per la fabbricazione di una clamorosa serie di falsi quotidiani. Tra questi anche un numero del «Giornale di Sicilia» al quale, racconta Vincino, anche Leonardo Sciascia avrebbe offerto la sua collaborazione, al pari di altri scrittori che collaborarono con analoghe auto-falsificazioni.
Pp. 65-68

MARIO CANALE – MICHELE MORDENTE, Disavventure della menzogna. Vincino, Sciascia, e il ‘vero falso’ «Giornale di Sicilia»
Grazie alle opere di Vincino e altri redattori, Sciascia è stato una presenza ricorrente nel «Male», la più nota e censurata rivista di satira del Novecento. Vincitore nel 1980 del Premio di Satira Politica di Forte dei Marmi, Sciascia sembra avere ricambiato quest’affetto con la sua partecipazione a uno dei «falsi quotidiani», che furono il punto di forza del «Male», ovvero la riproduzione fedele ma parodistica dei maggiori organi di informazione. L’articolo che segue racconta la nascita del falso «Giornale di Sicilia» – nel quale si trova un intervento a firma di Sciascia – per opera di un gruppo guidato da Vincino in collaborazione con giornalisti e editori di Palermo. Attraverso il ricordo dei superstiti si cerca di togliere il velo che in parte adombra l’autenticità del contributo di Sciascia.
Pp. 69-86


Contraddisse e si contraddisse / Discussions
Così è se vi pare. Il femminile secondo Sciascia

ROSSANA CAVALIERE, Leonardo Sciascia e il femminile. Questione di punti di vista
Nel 1974, a seguito di un’intervista in cui aveva denunciato un potere sotterraneo esercitato dalle matriarche e i relativi danni collaterali in Sicilia, Sciascia si trovò al centro di una bufera mediatica, in cui le femministe lo attaccarono con veemenza. La visione del femminile dello scrittore viene qui svolta attraverso voci per nulla univoche, alla ricerca di indizi, presenti soprattutto nelle opere, utili a una più approfondita comprensione del suo pensiero. L’introduzione illustra la struttura della rubrica, riepiloga i contributi degli studiosi e chiude con un focus su La strega e il capitano.
Pp. 91-100

FRANCA LEOSINI – LEONARDO SCIASCIA, Le zie di Sicilia. Colloquio
L’intervista è tratta da «L’Espresso», 27 gennaio 1974, successivamente riproposta con un titolo diverso sul medesimo giornale il 7 gennaio 2021. Il tema centrale riguarda la posizione marginale della donna nell’opera dello scrittore.
Pp. 101-108

CARLA RAVAIOLI, La tiranna dentro casa
L’intervista è tratta da «L’Espresso», 27 gennaio 1974, successivamente riproposta con un titolo diverso sul medesimo giornale il 7 gennaio 2021. Il tema centrale riguarda la posizione marginale della donna nell’opera dello scrittore.
Pp. 101-108

ADELE CAMBRIA, Matriarcato. «Effe» risponde a Leonardo Sciascia
Su «L’Espresso» del 3 febbraio 1974, la giornalista risponde all’intervista di Sciascia rilasciata a Franca Leosini su «L’Espresso», 27 gennaio 1974, riguardo alle questioni emerse intorno al ruolo della donna in Sicilia, in veste di rappresentante della redazione di «Effe».
Pp. 113-116

DACIA MARAINI, Io, siciliana. Il sonno della ragione genera mostri
Su «L’Ora» del 12 febbraio 1974, Dacia Maraini risponde all’intervista di Sciascia rilasciata a Franca Leosini su «L’Espresso», 27 gennaio 1974, riguardo alle questioni emerse intorno al ruolo della donna in Sicilia.
Pp. 117-124

LEONARDO SCIASCIA, Antifemminista io?
Su «Panorama» del 28 febbraio 1974, Leonardo Sciascia si difende dall’accusa di antifemminismo scaturita dall’intervista a «L’Espresso» del 27 gennaio 1974, ribadendo e ancora argomentando le sue opinioni.
Pp. 125-128

MARCO BARDINI, Gioco di società. Dal racconto al film televisivo, e viceversa
Nel tempo, il racconto Gioco di società ha avuto un considerevole numero di adattamenti teatrali e filmici, compresa la drammatizzazione d’autore (con il titolo Il sicario e la signora) che lo stesso Sciascia realizzò nel 1985, unica trascrizione scenica di una propria opera che lo scrittore abbia mai elaborato senza l’ausilio di collaboratori. Attraverso il confronto del racconto con l’omonimo film per la TV realizzato dal regista Nanni Loy nel 1989, questo contributo vuole tornare a riflettere sulle specificità simboliche della sua protagonista femminile, tra “giallo” e apologo socio-politico.
Pp. 129-138

CLAUDIA CARMINA, Donne di carta, donne di penna. Le scelte al femminile di Sciascia nell’antologia per la scuola L’età e le età
Il saggio analizza la centralità che le scritture e i personaggi femminili assumono nell’attività, ancora poco indagata, di Sciascia antologista. Dal 1977 al 1982 Leonardo Sciascia lavora all’assemblaggio di un’antologia per la scuola media, L’età e le età, pubblicata da Palumbo fra il 1980 e il 1983. A sorprendere è l’attenzione dedicata alle voci delle donne: Sciascia non si limita a inserire nella lista degli autori da studiare molte scrittrici, ma valorizza il punto di vista femminile come prospettiva privilegiata per interpretare le trasformazioni sociali.
Pp. 139-146

DONATELLA LA MONACA, La «farfalla» e la «regina». Profili di donne tra «La vita reale e il foglio di carta»
Il saggio si inoltra nel crogiuolo degli anni Settanta soffermandosi su alcune delle figure femminili che, tra la «vita reale» e il «foglio di carta», tra storia ed invenzione, seppure spesso da angolazioni ‘laterali’, interpretano ruoli disvelatori di dinamiche societarie e di costume. Da Eufrosina, attraverso donna Felice e il suo tratto eslege si giunge a Maria Sofia regina di Napoli, protagonista eccentrica di un’intervista impossibile su cui si indugia che, nello stesso anno di Todo modo, pur dal ‘gioco’ della conversazione fittizia, coopera a declinare la tensione etica dello scrittore.
Pp. 147-158

ANTONIO DI GRADO, «Donnine più… allegre del solito». La povera Rosetta e un vecchio nastro rosso
La «cronachetta» di Sciascia dedicata alla «povera Rosetta», presentata al pari di quegli altri scritti brevi come una ‘vacanza’ d’autore negli anfratti della cronaca, può anche leggersi come il culmine d’un lungo «sogno fatto in Sicilia»: quello che da Verga a Pirandello, da Rosso di San Secondo a Brancati, da Vittorini a uno Sciascia tutt’altro che disinteressato (come troppo spesso si dice) ai personaggi femminili, ha per oggetto la donna come oggetto da predare o comprare, come vittima sacrificale dell’eros maschile. Lungo un percorso all’insegna della fascinazione o dello sgomento, della denunzia o della pietà, qui si propone una concisa rassegna di volti, situazioni, scritture palpitanti in quei sottosuoli di miseria e di violenza.
Pp. 159-166

DOMENICA PERRONE, «Intelligente, ironica». Oltre il matriarcato, la donna in alcune opere di Leonardo Sciascia
Intelligente e ironica. Così appare al pittore protagonista del romanzo Todo modo la donna che lascia il marito nello spiazzale antistante L’Eremo di Zafer. Il tempo di uno sguardo, di una breve sequenza. Tuttavia, il suo rilievo espressivo travalica la pagina per andare, insieme a tanti piccoli tasselli narrativi di altri racconti, a comporre un’inedita rappresentazione del personaggio femminile. E ciò assume un significato particolare se facciamo attenzione per un momento alle date, se consideriamo per esempio che l’anno di pubblicazione di Todo modo è lo stesso 1974 in cui lo scrittore rilascia la famosa intervista a Franca Leosini che tanto scandalo ha suscitato soprattutto fra le femministe. Da questo snodo contraddittorio prende le mosse l’articolo che mostra come attraverso questo ricorrente topos femminile lo scrittore di Racalmuto vada di fatto oltre quel matriarcato siciliano da lui così polemicamente denunciato.
Pp. 167-178

ESTELA GONZÁLEZ DE SANDE, Figuras femeninas y estereotipos de género en la narrativa de Leonardo Sciascia
Lo studio si concentra sull’analisi delle figure femminili nell’opera di Sciascia e sugli stereotipi di genere presenti, i quali rispondono all’interesse dell’autore per le questioni sociali e alla sua straordinaria capacità di osservare la realtà e tradurla in testi letterari. Nella sua narrativa incontriamo lo stereotipo della casalinga, della madre e della figlia, ma anche quello della donna corrotta, cattiva, curiosa o traditrice. Figure femminili tra finzione e realtà, che rivelano il carattere, i costumi, le credenze, l’istruzione e le preoccupazioni della donna in quell’epoca, ma anche quello che ci si aspettava da loro.
Pp. 179-190


Traduzioni / Translations

ANTONIO DONATO SCIACOVELLI, «In Sicilia le nevicate sono rare». Sulla traduzione del Giorno della civetta in finlandese
L’opera di Leonardo Sciascia non ha avuto una larga eco in Finlandia: le traduzioni del romanzo Il giorno della civetta e di alcuni racconti, avvenute a metà degli anni Ottanta del Novecento, non hanno avuto una significativa ricezione, né adeguata continuazione nei decenni successivi. È interessante, anche per apprezzare la complessità della distanza culturale tra Finlandia e Sicilia, analizzare la traduzione finlandese del suddetto romanzo, che sicuramente condivide, con altre versioni avvenute in contesti linguistico-culturali distanti da quello sciasciano, sia difficoltà apparentemente insormontabili per il traduttore, che stimoli eccezionali alla creazione di soluzioni innovative.
Pp. 193-214


Biblioteca digitale Sciascia / Sciascia Digital Library (BiDiS)

ERICA BELLIA, «Come il lavoro dei corallai». Note sui contributi di Leonardo Sciascia a «Galleria» 1949-1990
Il presente contributo considera i testi di Leonardo Sciascia pubblicati sulla rivista «Galleria», da lui diretta fra il 1950 e il 1989. I testi sciasciani pubblicati sulla rivista spaziano dalla narrativa alla critica d’arte e letteraria. Un inventario di tali contributi, compilato dall’associazione CasaSciascia, è pubblicato in appendice a questo testo. Se gli articoli sciasciani dedicati alle arti sono stati oggetto di accurate ricerche, i contributi di ambito letterario pubblicati su «Galleria» meritano altrettanta attenzione. Ne sono qui discussi gli aspetti di maggiore interesse.
Pp. 217-228

PIPPO DI FALCO – SALVATORE PICONE – GIGI RESTIVO, Inventario dei contributi di Leonardo Sciascia su «Galleria» 1949-1990
L’associazione culturale CasaSciascia, nata nel 2019 con lo scopo di valorizzare la casa in cui Leonardo visse dal 1923 al 1958, custodisce preziose risorse relative all’opera dello scrittore: prime edizioni e altri materiali. Tra questi, numerosi fascicoli della rivista «Galleria», diretta da Sciascia fra il 1950 e il 1989. Il lavoro di catalogazione dei materiali conservati a CasaSciascia, finalizzato a renderli fruibili alla comunità degli studiosi, è cominciato con l’inventario che qui si presenta: un elenco dei contributi sciasciani pubblicati su «Galleria» tra il 1949 e il 1990.
Pp. 229-236


Recensioni / Book Reviews

Leonardo Sciascia, Stendhal for ever. Écrits 1970-1989, préface de Domenico Scarpa, traduit par Carole Cavallera, Paris, Cahiers de l’Hôtel de Galliffet 2020 (Hélène De Jacquelot)
Pp. 239-241

Leonardo Sciascia, A ciascuno il suo, letto da Francesco Scianna, e Una storia semplice, letto da Sergio Rubini, Roma, Emons Audiolibri 2020 (Paolo Puppa)
Pp. 242-244

Antonina Nocera, Metafisica del sottosuolo. Biologia della verità fra Sciascia e Dostoevskij, Prefazione di Antonio Di Grado, Belgiosioso (PV), Divergenze 2020 (Daria Farafonova)
Pp. 245-248

Antonina Nocera, Metafisica del sottosuolo. Biologia della verità fra Sciascia e Dostoevskij, Prefazione di Antonio Di Grado, Belgiosioso (PV), Divergenze 2020 (Gaetano Insolera)
Pp. 249-253

Barbara Distefano, Sciascia maestro di scuola. Lo scrittore insegnante, i registri di classe e l’impegno pedagogico, Roma, Carocci 2019 (Roberta De Luca)
Pp. 254-256

Barbara Distefano, Sciascia maestro di scuola. Lo scrittore insegnante, i registri di classe e l’impegno pedagogico, Roma, Carocci 2019 (Andrea Verri)
Pp. 257-260


Pubblicazioni ricevute e postillate / Publications Received With Short Comments

Altro su Sciascia, a cura di Mario Grasso, Catania, Prova d’Autore 2019 (Francesco Bonfanti)
Pp. 263-264

Maike Albath, Trauer und Licht, Lampedusa, Sciascia, Camilleri und die Literatur Siziliens, Berlin, Berenberg 2019 (Albertina Fontana)
Pp. 264-265

Camilla Maria Cederna, Tra storia e finzione. L’arabica impostura dal Settecento a Leonardo Sciascia, traduzione di Luca Bondioli e Monica Mele, Prefazione di Antonio Di Grado, Favara, Medianova 2020 (Andrea Verri)
Pp. 265-266

Stefano Lanuzza, Scrittore contro. L’opera di Leonardo Sciascia, Milano, Jouvence 2020 (Alessandro La Monica)
Pp. 266-267

Giuseppa Maria Mannone, La visibilità di Sciascia sul web, Amazon 2019 (Giulia di Perna)
Pp. 267-268

Marco Pioli, L’immaginario spagnolo di Leonardo Sciascia: genealogie mediterranee, «Italian Studies», LXXIV/4, 2019, pp. 427-441 (Estela González de Sande)
Pp. 268-269

Leonardo Sciascia, Ein Sizilianer von festen Prinzipien. Essayistische Erzälungen, Bad Herrenalb, Converso 2021 (Albertina Fontana)
Pp. 269-271

Leonardo Sciascia, Parigi, a cura di Paolo Squillacioti, fotografie di Ferdinando Scianna, Milano, Henry Beyle 2020 (Andrea Verri)
Pp. 271-272

Francesco Diego Tosto, Letteratura in dialogo. Incroci tra produzione letteraria e scienze dell’uomo, Roma, BastogiLibri 2019 (Niccolò De Laurentiis)
Pp. 273-274

Giuseppe Traina, Leonardo Sciascia e l’Europa della ragione, della libertà e della giustizia, in Tutto ti serva di libro. Studi di Letteratura italiana per Pasquale Guaragnella, II, a cura di Johannes Waardenburg, Lecce, Argo 2019 (Ivan Pupo)
Pp. 274-275

Segnalazioni
Pp. 275-276


In cauda

EMILIO GIANNELLI, La satira è lo specchio che fa vedere il naso storto (vignetta)
Nel solco urticante di Forattini e Vincino, salutiamo il nuovo decennio della rivista continuando ad accogliere il tributo affettuoso dei maestri della satira.
P. 279


Tomo II


Rassegna / Review Essays. Leonardo Sciascia Colloquia, XI. Sciascia primo, ultimo e postumo

DARIO FRANCESCHINI, Saluto
Il Ministro Dario Franceschini porge un saluto al Presidente Francesco Izzo e all’Associazione, in apertura dell’XI Leonardo Sciascia Colloquium intitolato «Sciascia primo, ultimo, postumo» tenutosi in modalità telematica a causa dell’emergenza sanitaria, il 19 e 20 novembre 2020, organizzato dagli Amici di Leonardo Sciascia. Il convegno ha costituito un prologo delle celebrazioni del 2021per il Centenario della nascita di Leonardo Sciascia.
Pp. 3-4

FRANCO CONTORBIA, Le ragioni del «Colloquium»
Il Direttore scientifico dell’XI Leonardo Sciascia Colloquium, intitolato «Sciascia primo, ultimo, postumo» tenutosi in modalità telematica a causa dell’emergenza sanitaria, il 19 e 20 novembre 2020, organizzato dagli Amici di Leonardo Sciascia, illustra i temi e il programma del convegno, alla luce del titolo scelto per questa edizione.
Pp. 5-8

PAOLO SQUILLACIOTI, L’opera di Sciascia canonica, dispersa e postuma
L’intervento dell’autore all’XI Leonardo Sciascia Colloquium, intitolato «Sciascia primo, ultimo, postumo» tenutosi in modalità telematica a causa dell’emergenza sanitaria, il 19 e 20 novembre 2020, organizzato dagli Amici di Leonardo Sciascia, esamina il modo in cui si è formato il canone degli scritti letterari e saggistici di Leonardo Sciascia e in che misura si è rispecchiato nell’edizione delle Opere pubblicata per Adelphi nella collana «La Nave Argo» fra il 2012 e il 2019. Illustra inoltre le modalità con cui la produzione dispersa (quella non raccolta in volume dall’autore) e postuma (quella completamente inedita) vengono proposte al lettore dalla casa editrice milanese. Viene fuori una strategia editoriale organica che si è assestata nel corso del tempo, finalizzata a divulgare in modo filologicamente controllato una produzione, come quella di Sciascia, che non finisce di sorprendere i lettori e gli studiosi.
Pp. 9-24

DOMENICO SCARPA, Preistorie di Sciascia
Nel saggio, presentato all’XI Leonardo Sciascia Colloquium, intitolato «Sciascia primo, ultimo, postumo» tenutosi in modalità telematica a causa dell’emergenza sanitaria, il 19 e 20 novembre 2020, organizzato dagli Amici di Leonardo Sciascia, l’autore mette in evidenza quanto ancora molto resti da esplorare nella biografia intellettuale e civile di Sciascia: le sue preistorie (al plurale) che si inarcano dal 1940 al 1956, anno in cui Le parrocchie di Regalpetra inaugura il suo canone personale, ma anche le sue letture, le sue intertestualità, le tappe dei suoi traslochi politici. Dal momento che una parte notevole di questi elementi e percorsi rimane in penombra, vengono qui presentati alcuni case studies che valgono anche come proposte di metodo.
Pp. 25-42

ROBERTO GALAVERNI, Il cuore della Sicilia: l’apprendistato in versi di un narratore
Il contributo dell’autore, in occasione dell’XI Leonardo Sciascia Colloquium, intitolato «Sciascia primo, ultimo, postumo» tenutosi in modalità telematica a causa dell’emergenza sanitaria, il 19 e 20 novembre 2020, organizzato dagli Amici di Leonardo Sciascia, è incentrato sull’esordio di Sciascia nell’ambito della poesia e della produzione favolistica: si pone, come confermerà la rimozione della sua prima produzione da parte dello scrittore stesso, al di fuori dei suoi futuri interessi, di tutt’altro genere, configurandosi come una sorta di apprendistato e contrario. Si indagano nell’articolo le ragioni dell’abbandono dell’ambito poetico e si contestualizzano le scelte linguistiche e stilistiche sciasciane nell’area della koinè lirica novecentesca, caratterizzata da un moderato post-ermetismo Si analizzano alcune ricorrenze tematiche, a partire dalla centralità della Sicilia. Si conclude che ad allontanare Sciascia dalla lirica sia stata l’identificazione della poesia con un genere legato all’interiorità, alla trasfigurazione dei dati reali, a una memoria mitica piuttosto che storica, a un linguaggio chiuso e predeterminato.
Pp. 43-54

MATTEO MARTELLI, La superficie del sensibile. Leonardo Sciascia e Emilio Greco
Quella tra Leonardo Sciascia e Emilio Greco non è soltanto un’amicizia artistica, ma una lunga fedeltà, un lungo sodalizio che ha visto lo scrittore farsi più volte interprete dell’opera dello scultore catanese. All’XI Leonardo Sciascia Colloquium, intitolato «Sciascia primo, ultimo, postumo» tenutosi in modalità telematica a causa dell’emergenza sanitaria, il 19 e 20 novembre 2020, organizzato dagli Amici di Leonardo Sciascia, seguendo alcuni saggi di Sciascia, dal 1951 al 1970, questo articolo interroga la lettura che lo scrittore ha dato delle opere di Greco, sottolineando come essa sia occasione, per lo scrittore, per una riflessione sui sensi e sul sensibile, su un pensiero che si forma nel contatto e nell’aderenza con la materia, i corpi, le forme della realtà.
Pp. 55-68

ALBERTO PETRUCCIANI, Diventare Sciascia: Leonardo tra case editrice e riviste 1949-1953
Il contributo esposto all’XI Leonardo Sciascia Colloquium, intitolato «Sciascia primo, ultimo, postumo» tenutosi in modalità telematica a causa dell’emergenza sanitaria, il 19 e 20 novembre 2020, organizzato dagli Amici di Leonardo Sciascia, indaga i primi anni Cinquanta di Leonardo Sciascia, che aveva già esordito giovanissimo con alcune collaborazioni giornalistiche, e definito il suo profilo di scrittore pubblicando alcuni volumetti di diverso genere (inizialmente a sue spese). Dal 1950 assunse anche la direzione della rivista «Galleria», a cui affiancò poi una collana di «Quaderni di Galleria». In quegli anni strinse amicizie molto importanti (con Pasolini, Roversi, La Cava e altri) e le riviste letterarie nate in quel periodo («Officina», «Nuova corrente», «Il caffè», «L’esperienza poetica») collaborarono fra loro scambiandosi contributi e segnalazioni. Un’occasione d’incontro importante fu il Congresso nazionale della narrativa siciliana organizzato da Sciascia a Palermo e Catania nel novembre 1953, col supporto della Regione siciliana.
Pp. 69-86

BARBARA DISTEFANO, Sciascia insegnante
Il contributo, presentato all’XI Leonardo Sciascia Colloquium, intitolato «Sciascia primo, ultimo, postumo» tenutosi in modalità telematica a causa dell’emergenza sanitaria, il 19 e 20 novembre 2020, organizzato dagli Amici di Leonardo Sciascia, fa luce sui molteplici versanti dell’attività educativa di Leonardo Sciascia, con l’obiettivo di riconsiderare ogni spartiacque netto fra il maestro esordiente e lo scrittore affermato. Sebbene l’esperienza didattica sciasciana si circoscriva in un arco di tempo limitato, diverse ragioni vietano di ritenerla una parentesi marginale del primo Sciascia, sganciata dall’attività letteraria e priva di conseguenze durature. Il saggio sintetizza i risultati di Sciascia maestro di scuola, integrando elementi inediti come l’esame di alcune lettere relative alla storia editoriale di L’età e le età.
Pp. 87-98

LUCILLA LIJOI, Su Sciascia lettore/editore di Savinio
Attraverso la ricognizione puntuale delle occorrenze saviniane riscontrabili all’interno dell’opera di Leonardo Sciascia (1921-1989), l’articolo che riporta l’intervento dell’autrice all’XI Leonardo Sciascia Colloquium, intitolato «Sciascia primo, ultimo, postumo» tenutosi in modalità telematica a causa dell’emergenza sanitaria, il 19 e 20 novembre 2020, organizzato dagli Amici di Leonardo Sciascia, intende ricostruire il ruolo che la poetica e la filosofia ‘dilettantesca’ di Alberto Savinio (1981-19529) svolgono nel lucido sistema della scrittura del maestro di Racalmuto. Nella prima parte del contributo l’autrice isola una vera e propria ‘funzione Savinio’, che sembra manifestarsi (in particolare in opere come La scomparsa di Majorana e L’affaire Moro) quando la «nevrosi da ragione», tipicamente sciasciana, prende il sopravvento, impedendo il dispiegarsi di quel «superficiale disincanto» che, al contrario, la lezione di Alberto Savinio permette di preservare, a salvazione di un ragionamento altrimenti giunto all’impasse. La seconda parte del contributo, invece, è dedicata all’indagine del lavoro editoriale svolto da Sciascia, a partire dagli anni Settanta, al fine di ripristinare la memoria di Savinio e di pubblicarne gli scritti dimenticati o poco noti: si allude, in particolare, alla selezione di articoli di Torre di Guardia (Sellerio 1977) e alla silloge di Scritti dispersi tra guerra e dopoguerra (Bompiani 1989), la quale – anche in considerazione della data di edizione – sembra quasi configurarsi come il testamento spirituale e letterario di un intellettuale fedele fino all’ultimo alla memoria di un amico «leggero come un Ariele».
Pp. 99-114

ANDREA AVETO, Sciascia ultimo (e postumo): Fuoco all’anima
Il saggio, presentato all’XI Leonardo Sciascia Colloquium, intitolato «Sciascia primo, ultimo, postumo» tenutosi in modalità telematica a causa dell’emergenza sanitaria, il 19 e 20 novembre 2020, organizzato dagli Amici di Leonardo Sciascia, ricostruisce la genesi del progetto di una raccolta di dialoghi, ideato da Domenico Porzio d’intesa con Leonardo Sciascia, di cui è traccia nel volume (doppiamente postumo e doppiamente incompiuto) uscito nel 1992 con il titolo Fuoco all’anima. Valendosi della documentazione inedita conservata nell’archivio del giornalista oggi conservata presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori di Milano, oltre che di alcuni suoi articoli che a tale progetto facevano esplicito riferimento, il contributo tenta di ricomporre il profilo ipotetico di un libro rimasto di fatto solo virtuale.
Pp. 115-130

MASSIMO GATTA, Dall’assenza del ‘testo’ all’essenza del ‘teste’. Il paradigma: Interlandi / Paroli / Sciascia / Vitale
Questo contributo è stato esposto all’XI Leonardo Sciascia Colloquium, intitolato «Sciascia primo, ultimo, postumo» tenutosi in modalità telematica a causa dell’emergenza sanitaria, il 19 e 20 novembre 2020, organizzato dagli Amici di Leonardo Sciascia. Il libro ‘estremo’ dello Sciascia ‘postremo’ è una microstoria assai emblematica, perturbante e umana collocabile in quella grande Storia che fu l’Italia alla caduta del fascismo. Pur essendo un libro mai scritto o incompiuto ha la sua ragion d’essere, la sua verità. Un memoriale, in fondo, perché è proprio in quelle parole che, per Sciascia, il ricordo si concretizza. Quel libro mai scritto è il ‘testimone’, ma anche la ‘testimonianza’, lasciata ad altri dal suo legittimo autore, fin dai tempi della malattia, reso ‘vitale’ dall’idea di dono al suo giovane amico di allora, il magistrato siciliano Vincenzo Vitale che, dieci anni dopo la morte di Sciascia, potrà realizzare il libro che Sciascia non ebbe il tempo di scrivere. Questo libro estremo è dedicato a Telesio Interlandi, il famigerato giornalista fascista e razzista salvato, alla caduta del fascismo, dall’avvocato bresciano, socialista e antifascista, Enzo Paroli. Il libro avrebbe condensato l’intero ‘sistema Sciascia’, cioè l’articolata e inesausta riflessione sui temi della vera giustizia, della pietas, della ragione e della verità, anche quando questi temi diventano perturbanti per molti.
Pp. 131-150

VINCENZO VITALE, Sciascia postumo: interpretazione di una traditio
In questa breve nota, si intende soltanto evidenziare il legame, definito labirintico, fra chi scrive e Leonardo Sciascia, che al primo demandò la narrazione della vicenda intercorsa fra Telesio Interlandi e l’avvocato Enzo Paroli, poi destinata a dar vita al racconto In questa notte del tempo, edito da Sellerio nel 1999. Si accenna anche alla necessità di ritrovare una misura espressiva insieme fedele al mandato ricevuto e sufficientemente personale, tale da potersi giustificare in chiave letteraria. L’articolo riporta l’intervento all’XI Leonardo Sciascia Colloquium, tenutosi il 19 e 20 novembre 2020 in via telematica a causa dell’emergenza sanitaria.
Pp. 151-154

SERGIO PICCERILLO, Una stella sopra le ombre
L’intervento è parte della discussione intorno al caso Interlandi, trattato durante l’XI Leonardo Sciascia Colloquium, intitolato «Sciascia primo, ultimo, postumo» tenutosi in modalità telematica a causa dell’emergenza sanitaria, il 19 e 20 novembre 2020, organizzato dagli Amici di Leonardo Sciascia. Nel registro del 1945 del Tribunale Speciale conservato presso gli Archivi di Stato di Brescia si trova l’iscrizione di Telesio Interlandi in data 24 ottobre 1945, dopo l’arresto e la detenzione nel carcere di Brescia. Nell’articolo si seguono le vicende successive di Interlandi, la scarcerazione, il periodo trascorso nell’abitazione dell’avvocato Enzo Paroli, l’archiviazione del procedimento.
Pp. 155-160

FILIPPO LA PORTA – GIANFRANCO SPADACCIA – FRANCO CORLEONE, L’itinerario politico di Sciascia dagli anni Cinquanta a Montecitorio e oltre. Discussione a più voci
A conclusione dell’XI Leonardo Sciascia Colloquium, «Sciascia primo, ultimo e postumo», svoltosi in via telematica a causa dell’emergenza sanitaria, il 19 e 20 novembre 2020, si è tenuta una tavola rotonda sull’itinerario politico di Sciascia dagli anni Cinquanta in poi. Hanno partecipato Filippo La Porta, che ha collocato l’impegno dello scrittore siciliano nella dimensione della giustizia intersecata con quella della carità e Gianfranco Spadaccia, che ne ha ripercorso la biografia politica, dall’iniziale vicinanza ad Alessi all’avvicinamento al Partito comunista al passaggio al Partito radicale, sottolineando insieme l’autonomia delle sue posizioni. Franco Corleone, dopo aver ricordato la formazione di Sciascia e i suoi rapporti con intellettuali come Pasolini, ha ripreso alcuni snodi centrali del suo rapporto con la politica e commentato sue rilevanti prese di posizione su diversi temi, dalla giustizia ai diritti civili, dalla riflessione sulla mafia al caso Moro, evidenziandone l’attualità. Ha poi coordinato gli interventi dal pubblico.
Pp. 161-192

LUIGI CAVALLO, Tre tempi di Sciascia, primo, ultimo, postumo. Allitterazioni nella scultura di Fausto Melotti
L’autore commenta la scelta dell’opera «Parole» di Fausto Melotti, quale sintesi in immagine dei temi dell’XI Leonardo Sciascia Colloquium, intitolato «Sciascia primo, ultimo, postumo» tenutosi in modalità telematica a causa dell’emergenza sanitaria, il 19 e 20 novembre 2020, organizzato dagli Amici di Leonardo Sciascia.
Pp. 193-196