TODOMODO: Abstracts anno 2018 – Vol. VIII
(a cura di Roberta De Luca)
INDICE / INDEX
IL DONO / THE GIFT
L’articolo di apertura della rivista pubblica un’intervista di Gabriele Rigola all’attrice e doppiatrice Adriana Asti e al regista Giorgio Ferrara, realizzata nel marzo 2018 a Roma. La conversazione ripercorre il rapporto tra i due artisti e Leonardo Sciascia, i loro incontri romani negli anni Ottanta, la genesi del romanzo sciasciano “1912+1” e la trasposizione televisiva di Ferrara, le recensioni di Sciascia sulle rappresentazioni teatrali del regista e dell’attrice, la loro lettura delle opere dello scrittore, filtrata attraverso il cinema e il teatro.
Pag. 3-10
RASSEGNA / REVIEW ESSAYS
LEONARDO SCIASCIA COLLOQUIA, VIII UN SOGNO FRANCESE FATTO IN SICILIA IL CONSIGLIO D’EGITTO (a cura di Ricciarda Ricorda)
L’intervento introduce i temi dell’ottavo Leonardo Sciascia Colloquium degli Amici di Sciascia, svoltosi a Firenze il 24 e 25 novembre 2017, di cui in questo volume di «Todomodo» si pubblicano gli atti. Si affronta l’intenso rapporto di Sciascia con la Francia, ‘paese dell’anima’ che ha sempre riservato allo scrittore un’attenzione particolare, attestata dalle numerose traduzioni delle sue opere. Tale legame, costituito da tenaci letture e soggiorni a Parigi, trova la sua centralità in un testo di alto valore civile come “Il Consiglio d’Egitto”, che consente di approfondire anche il peculiare carattere dell’illuminismo sciasciano.
Pag. 15-20
Il saggio riporta l’intervento di apertura dei lavori dell’ottavo Leonardo Sciascia Colloquium degli Amici di Sciascia, svoltosi il 24 e 25 novembre 2017 a Firenze, e prende in considerazione l’approccio illuministico di Sciascia nell’indagine di tutti gli aspetti delle storia della Sicilia -definita cattolica ma non cristiana- che trova il suo punto culminante nell’anatema contro la tortura quale atto contro Dio, presente ne “Il Consiglio d’Egitto”. “L’affaire Moro”, poi, si configura come una lettera luterana con la quale Sciascia inaugura un nuovo corso che riguarda la ricerca della verità, una sorta di gobettiana autobiografia della nazione che già era cominciata da “Le parrocchie di Regalpetra”.
Pag. 21-42
L’articolo, che riprende l’intervento dell’autore all’ottavo Leonardo Sciascia Colloquium degli Amici di Sciascia, svoltosi il 24 e 25 novembre 2017 a Firenze, indaga il rapporto costante, complesso e delicato con le forme artistiche più avanzate della civiltà intellettuale francese nell’opera di Sciascia, rapporto che si costituisce come categoria ontologico-strutturale della sua filosofia: Voltaire e Rousseau rappresentano per lo scrittore due visioni della vita e del mondo con cui misurarsi, e altrettanto centrale è per lui la Parigi di Benjamin e di Simenon. Si analizza il rilievo di queste relazioni all’interno del corpus narrativo e saggistico di Sciascia, con particolare riferimento a “Il Consiglio d’Egitto” e “Candido”, che rivelano per un verso lo scacco della ragione, per l’altro l’utopia del sogno.
Pag. 43-50
In questo contributo, che riprende l’intervento all’ottavo Leonardo Sciascia Colloquium degli Amici di Sciascia, svoltosi il 24 e 25 novembre 2017 a Firenze, l’autore discute la distinzione tra uno Sciascia volterriano, quale emerge da “Candido”, e uno Sciascia rousseauiano e giacobino come il Di Blasi de “Il Consiglio d’Egitto”. Lo stesso Sciascia aveva chiarito che, per lui, esisteva una netta distinzione fra la «rotta Rousseau» e la «rotta Voltaire», ritenendo la prima all’origine di ogni totalitarismo, per cui vedere in Di Blasi l’eroe ‘positivo’ contrapposto al Meli risulta fuorviante, essendo stati nella realtà entrambi fautori della linea riformistica e umanitaria di Caracciolo.
Pag. 51-62
Nel saggio, che riprende l’intervento all’ottavo Leonardo Sciascia Colloquium degli Amici di Sciascia, svoltosi il 24 e 25 novembre 2017 a Firenze, l’autore mette in evidenza il contesto dei primi anni Sessanta nel quale Leonardo Sciascia scrive “Il Consiglio d’Egitto”, in particolare la netta posizione critica dello scrittore nei confronti del governo della Regione Sicilia guidato da Silvio Milazzo e nei confronti de Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Viene ricostruito, inoltre, il rapporto tra Sciascia e la storiografia siciliana progressista di quegli anni, il suo iniziale appoggio e il successivo abbandono per un paradigma storico-metaforico dell’immobilismo e della sconfitta.
Pag. 63-74
In questo saggio, basato sull’intervento dell’autore all’ottavo Leonardo Sciascia Colloquium degli Amici di Sciascia, svoltosi il 24 e 25 novembre 2017 a Firenze, dopo aver evidenziato come Sciascia si sia documentato su fonti scelte nella costruzione de “Il Consiglio d’Egitto”, si afferma come la vicenda storica e umana di don Giuseppe Vella presenti ancora molti aspetti da chiarire: la vulgata della sua impostura rivela infatti diverse ombre e veri e propri errori da correggere sulla base di documenti reperibili. Vengono ricostruite la biografia di Vella e la cronologia dell’intera vicenda; si indaga sulle sue conoscenze linguistiche, dall’arabo al francese al latino; si ipotizza la sua biblioteca; si analizza la consistenza e la circolazione della sua produzione. Il contributo è corredato da dieci riproduzioni nel testo (pp. 92, 104, 105, 107, 111, 112, 114, 116 e 117).
Pag. 75-118
In questo articolo, che riprende l’intervento all’ottavo Leonardo Sciascia Colloquium degli Amici di Sciascia, svoltosi il 24 e 25 novembre 2017 a Firenze, l’autrice osserva come ne “Il Consiglio d’Egitto” Sciascia esplori le due vie che gli permetteranno di combattere la Grande Narrazione inventata dal Potere per autolegittimarsi: quella del sogno francese, che trasformi la Storia senza cambiarne però i presupposti, esponendola alla contaminazione dal discorso dominante; quella del sogno arabo, che corrompe le origini stesse della Grande Narrazione proponendo una fiaba incontaminata che si dispiega nella sfera dell’assoluta verità letteraria.
Pag. 119-130
Il contributo, che riprende l’intervento dell’autrice all’ottavo Leonardo Sciascia Colloquium degli Amici di Sciascia, svoltosi il 24 e 25 novembre 2017 a Firenze, analizza, nel romanzo, il rapporto fra verità storica e finzione letteraria, muovendo dall’espediente del manoscritto ritrovato e riflettendo sul rapporto verità/menzogna nella storia, sulla forza del pensiero e delle idee rispetto a un sogno di rivoluzione, ponendo in evidenza la trama di testimonianze fornite dagli autori dell’epoca circa i riti della sociabilità aristocratica siciliana, l’arbitrio baronale, la degenerazione violenta del potere, che annienta con repressione e tortura, la dignità umana.
Pag. 131-148
L’articolo, che riprende l’intervento dell’autore all’ottavo Leonardo Sciascia Colloquium degli Amici di Sciascia, svoltosi il 24 e 25 novembre 2017 a Firenze, s’incentra sul contesto letterario e culturale in cui sono state diffuse in Francia le prime opere di Sciascia, in un momento in cui i francesi dimostrarono un rinnovato interesse per la cultura italiana. Percepito innanzitutto come uno scrittore della Sicilia, Sciascia è stato una delle grandi rivelazioni italiane degli anni Sessanta in Francia, anche se il riconoscimento dell’influenza dell’Illuminismo sul suo lavoro non giunge prima degli anni Settanta. Il contributo è corredato da due riproduzioni nel testo (pp. 151 e 152).
Pag. 149-160
Nell’articolo si parla della pagina cancellata che il poeta visivo e artista concettuale Emilio Isgrò ha dedicato a “Il Consiglio d’Egitto” di Sciascia. Essa presenta sotterranei, inquietanti legami con il romanzo in cui l’abate Vella cancella e falsifica un vecchio codice: gli sdoppiamenti della scrittura e la cancellazione delle parole provocano una sorta di sollevazione delle parole stesse che si difendono e proclamano la loro essenza inestinguibile. Una provocazione nelle provocazioni che Sciascia ha composto nel suo romanzo/cruciverba. L’articolo è corredato dalle Tavv. I-III (inserto fuori testo a colori).
Pag. 161-166
LETTURE / READINGS
L’articolo costituisce la cronaca di un incontro pubblico di Leonardo Sciascia, in occasione della presentazione del suo libro Morte dell’inquisitore, a Firenze nel 1964, resa possibile dal ritrovamento di una registrazione audio inedita. Esso consente di ridisegnare i rapporti dello scrittore con due importanti realtà della vita intellettuale italiana del secondo dopoguerra: la Galleria “L’Indiano” e la rivista «Quartiere». Di particolare rilievo l’incontro personale di Sciascia con Luigi Baldacci, che come ‘critico militante’ seguirà sempre con attenzione e grande considerazione il percorso letterario dello scrittore. Il contributo è corredato da due riproduzioni nel testo (pp. 179 e 182) e dalle Tavv. IV-VI e X (inserto fuori testo in bianco e nero e a colori).
Pag. 169-184
Il punto di partenza di questo atelier è una scelta di poesie di Leonardo Sciascia da La Sicilia, il suo cuore, pubblicate nel 2016 sulla rivista «Europe»: una traduzione dell’autore messa a fronte della prima traduzione francese realizzata e pubblicata nel 1980. L’autore s’ interroga sulle ragioni della scarsa diffusione di questa piccola, ma intensa, raccolta poetica di Sciascia in Francia e in Italia, che invece s’inserisce di diritto nella tradizione dei grandi poeti siciliani, offrendo uno strumento supplementare per apprezzare ancora di più le prose sciasciane.
Pag. 185-202
STUDI E RICERCHE / STUDIES AND RESEARCH
L’intervento, attraverso passi delle opere sciasciane, interviste e conversazioni che lo scrittore rilasciò in Germania nella prima metà degli anni Ottanta, intende confermare la tesi dello studioso Peter Kuon, secondo cui Auschwitz costituisce il punto di fuga di ogni sguardo di Sciascia sulla Germania, con una netta distinzione però tra gli scrittori mitteleuropei e quelli germanici. Di fronte alla definizione dell’anima tedesca, Sciascia rivendica la sua predilezione per la «Zivilisation» opposta alla «Kultur». Il contributo è corredato dalle Tavv. VII-IX (inserto fuori testo a colori).
Pag. 205-216
Il saggio affronta la visione della Rivoluzione francese nelle opere di Sciascia. Sebbene talvolta ci sia un elogio dell’evento storico, nel complesso le opere sciasciane esprimono vedute più articolate e varie. Si evidenzia come in Francia ci fu un cambio di mentalità, mentre in Sicilia, senza alcuna rivoluzione, i presupposti del vecchio ordine sarebbero durati fino agli anni Cinquanta. Infatti alla fine del Settecento, il timore della rivoluzione da parte della monarchia fece fallire sia i tentativi di riforma, sia la congiura di Di Blasi. Nel Novecento la Rivoluzione viene utilizzata palesemente dai contro-rivoluzionari per manipolare gli idealisti.
Pag. 217-232
Questo articolo analizza il rapporto profondo e duraturo tra Leonardo Sciascia e Michel Foucault, finora poco considerato dalla critica sciasciana. Nella prima parte viene ricostruito, a partire dagli indizi sparsi nelle opere sciasciane, l’insieme dei testi del filosofo francese letti dallo scrittore. Quindi vengono evidenziati i punti di contatto – tematici e metodologici – tra i due e, in conclusione, viene proposto un confronto tra l’idea sciasciana di Sicilia e il concetto foucaultiano di eterotopia.
Pag. 233-250
PERSI E RITROVATI / LOST AND FOUND
Le lettere di Rosario Assunto a Leonardo Sciascia sono un documento prezioso per saggiare indirettamente l’estetica di Sciascia, poco teorizzata malgrado gli interessi ampi ed eterogenei dello scrittore di Racalmuto. Il carteggio, che copre l’intero arco della sua attività, dal 1954 al 1988, evidenzia scambi franchi su temi politici, culturali e sociali, indica le letture congiunte e fa capire quanto Sciascia vedesse in Assunto un maestro di stile e di comportamento. Esemplare è il caso dei “mastri di l’oru”, dell’architettura bizantina in Sicilia, che entrambi intendono come una strategia di potere precisa e che suscita il “sogno” di uno studio a quattro mani sul gusto popolare siciliano. Il contributo è corredato da tre riproduzioni nel testo (pp. 269, 273 e 281).
Pag. 253-282
Il carteggio inedito tra Leonardo Sciascia e Giuseppe Zagarrio, ritrovato di recente, si compone di 35 lettere e 6 cartoline, e si snoda tra il 1957 e il 1976, sull’asse geografico-culturale Sicilia-Firenze, che evidenzia il carattere nazionale della cultura siciliana in quegli anni. Dalle lettere emerge un fitto scambio di opinioni, in cui Sciascia è in veste soprattutto di «editore» e Zagarrio in quella d’importante critico letterario. Si scopre anche una suggestiva dimensione privata: tra le righe si percepisce viva l’amicizia che li lega, come pure la ricerca continua di occasioni per incontrarsi in Sicilia o a Firenze. Il carteggio è corredato da cinque riproduzioni nel testo (pp. 294-295, 305, 307, 313).
Pag. 283-314
Il saggio, in parte autobiografico, è una ricostruzione dal taglio filmico, sul filo della memoria e dei miti familiari, del rapporto tra Leonardo Sciascia e Giuseppe Zagarrio, padre dell’autore, docente di cinema e regista. Il pretesto per il ricordo è il ritrovamento di alcune lettere dell’epistolario tra Zagarrio e Sciascia, una sorta di manoscritto ritrovato in bottiglia che permette di investigare sulla storia, fatta di amicizia personale e di battaglie politico-culturali, tra due intellettuali d’altri tempi, a cavallo di città diverse (Firenze, Caltanissetta, Racalmuto, Roma, Cava d’Aliga) e di diversi periodi della storia d’Italia.
Pag. 315-322
TRADUZIONI / TRANSLATIONS (a cura di Giovanna Lombardo)
L’articolo si configura come un ’rendiconto’ della presenza dell’opera di Leonardo Sciascia in Giappone a partire dalla seconda metà degli anni ’70 dello scorso secolo fino ad oggi. Basato sull’analisi del quadro paratestuale, sia verbale (traduzioni, prefazioni, saggi, interviste, fascette) che iconografico (le sovraccoperte delle traduzioni in volume), il contributo mira a far luce sull’interesse che la narrativa sciasciana ha suscitato fra gli studiosi e i lettori giapponesi nel corso degli anni, e sui modi in cui l’autore racalmutese è stato letto e studiato in questo lontano contesto culturale, così profondamente diverso, eppure, ad un tempo, così ‘familiare’. L’articolo è corredato da tre riproduzioni nel testo (pp. 332, 358 e 360) e dalle Tavole XI-XVI (inserto fuori testo a colori).
Pag. 325-374
BIBLIOTECA DIGITALE SCIASCIA / SCIASCIA DIGITAL LIBRARY ( BIDIS )
Anche nell’ottavo volume di Todomodo (2018) continua la collaborazione tra la Biblioteca della Fondazione Sciascia, l’Associazione Amici di Leonardo Sciascia e la casa editrice Leo S. Olschki, per divulgare il repertorio delle lettere dei corrispondenti di Leonardo Sciascia conservate all’omonima Fondazione di Racalmuto. Ai numeri registrati negli anni passati, si aggiungono adesso i nominativi di 343 corrispondenti con la lettera G e H che porta a 2073 i nomi elencati (dalla A alla H). Ammontano invece a 935 le nuove immissioni (lettere, cartoline, biglietti). Consolidate alle 5342 elencate a fine 2017, il totale complessivo (dalla A alla H) giunge a 6277 unità. Il repertorio registra nomi dei mittenti, lingua utilizzata nei documenti, numero delle missive che compongono i vari carteggi e gli estremi cronologici. L’obiettivo 2019 è di ordinare e rendere accessibile l’elenco dei corrispondenti di Sciascia con le lettere I, J, K, L.
Pag. 377-392
Si presenta il corpus sciasciano in lingua giapponese, costituitosi in un arco di tempo che va dal 1976 (o, cedendo il passo al cinema, dal 1968) fino agli anni Duemila, preceduto da poche righe prefattive: 14 traduzioni, tra romanzi, racconti e pagine saggistiche; una monografia; 6 contributi critici su rivista; una lunga intervista; diversi ‘microtesti’ inseriti in opere dedicate alla letteratura o più generalmente alla cultura italiana del secondo Novecento; ‘voci’ enciclopediche; ricordi; un ulteriore ‘indizio di presenza’ filtrato da 4 racconti filmici.
Pag. 393-400
RECENSIONI / BOOK REVIEWS
Pag. 403
Pag. 410
Pag. 414
Pag. 417
PUBBLICAZIONI RICEVUTE E POSTILLATE / PUBLICATIONS RECEIVED WITH SHORT COMMENTS (a cura di Andrea Verri)
Pag. 423
Pag. 424
Pag. 426
Pag. 427
Pag. 427
Pag. 428
Pag. 429
Pag. 430
Pag. 431
Pag. 432
Pag. 433
Pag. 434
Pag. 435
Pag. 437
L’ESPRIT DE L’ESCALIER
Pag. 441
IN CAUDA
Pag. 451