INDICE / INDEX
Il Dono / The Gift
Salvatore Silvano Nigro racconta la vicenda editoriale di Questa mafia di Renato Candida, di cui Sciascia effettuò l’editing a partire dalla seconda ristampa del 1960, e il rapporto di amicizia tra i due uomini, l’editor e l’autore, che era cominciato idealmente già all’interno del Giorno della civetta, attraverso il personaggio di Bellodi, vera e propria controfigura letteraria di Candida.
Pp. 3-10
Nadia Terranova entra nelle stanze della casa a Racalmuto, dove Sciascia visse la sua infanzia con le zie, ricostruendo, attraverso i luoghi fisici e letterari, le radici dell’autore. Nelle pagine delle Parrocchie di Regalpetra e nella Sicilia come metafora, l’autrice ritrova quel mondo femminile con tutte le sue sfaccettature, in cui, fin da bambino, Sciascia fu immerso e di cui fu osservatore attento.
Pp. 11-16
RASSEGNA / REVIEW ESSAYS
LEONARDO SCIASCIA COLLOQUIA, X
ESERCIZI DI AMMIRAZIONE LEONARDO SCIASCIA E GLI «IRREGOLARI» DEL NOVECENTO / EXERCICES D’ADMIRATION LEONARDO SCIASCIA ET LES «IRRÉGULIERS» DU VINGTIÈME SIÈCLE
(a cura di Filippo La Porta e Ricciarda Ricorda)
Il contributo, in francese, apre la rubrica «Rassegna» che raccoglie gli atti del X Leonardo Sciascia Colloquium, intitolato Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, tenutosi a Parigi, il 21 e 22 novembre 2019, organizzato dagli Amici di Leonardo Sciascia. Il testo, preparato per l’indirizzo inaugurale del convegno, inquadra le manifestazioni del novembre sciasciano, concepito per il trentennale della morte dello scrittore. Rifacendosi a una espressione di Kundera, si pone l’enfasi sui legami culturali e umani tra Sciascia e una costellazione di altri scrittori ‘disorganici’ del Novecento, tra i quali Camus, Chiaromonte, Orwell, Vargas Llosa.
Pp. 21-24
In un’epoca refrattaria ai maestri Leonardo Sciascia è stato un maestro involontario, capace di riformulare il concetto di engagement come impegno nei confronti della verità. Illuminista tragico e moralista del Sud. Devoto al saggio di Montaigne, fatto di scetticismo e gioia espressiva. Al centro troviamo l’individuo, disorganico a partiti e a ideologie. E troviamo – per l’ultima volta (con Pasolini) – l’intellettuale coscienza critica di una nazione. Mentre oggi Saviano è un’icona mediatica, protagonista di importanti battaglie civili, ma non più portatore di pensiero eretico. Questo contributo ha introdotto i lavori del X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, svoltosi a Parigi il 22 e 22 novembre 2019.
Pp. 25-40
In an age resistant to masters, Leonardo Sciascia was an inadvertent master, able to reconfigure the concept of engagement as impegno towards the truth. A tragic and moralist Enlightenment Thinker of the South, he was devoted to Montaigne’s essay, comprised of scepticism and expressive joy. At the centre we find the individual, independent of parties and ideologies. And we find – for the last time (along with Pasolini) – the intellectual as the critical conscience of a nation. Whilst today Saviano is a media icon, the protagonist of important civil battles, he is no longer the bearer of heretical critical views. This contribution opened the X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, which took place in Paris on November 21st and 22nd 2019.
I tre volumi delle Opere, curate da Paolo Squillacioti per Adelphi fra il 2012 e il 2019, consentono di riconsiderare, sulla base di materiali d’archivio e carte d’autore, il rapporto che Sciascia ha intrattenuto con l’editoria del secondo Novecento, in ogni sfaccettatura: dalla sua precoce, impetuosa passione per tutti gli aspetti della costruzione di un libro all’impatto che sui suoi testi hanno avuto i suggerimenti di Vito Laterza e Calvino nonché l’editing, talora invasivo, operato dalle redazioni. Questo contributo è ispirato a una conversazione con Filippo La Porta, nella prima giornata del X Leonardo Sciascia Colloquium, Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, svoltosi a Parigi il 21 e 22 novembre 2019.
Pp. 41-49
The three volumes of Sciascia’s collected Opere edited by Paolo Squillacioti for Adelphi between 2012 and 2019 enable a nuanced reconsideration of Sciascia’s relationships with his publishers in the second part of the twentieth century, drawing on archival material and on the author’s papers. This spans his early, impetuous passion for all aspects involved in the construction of a book, to the impact of comments by Vito Laterza and Calvino on his works, not to mention the effect of the sometimes invasive editing imposed by editorial staff. This essay is inspired by a conversation with Filippo La Porta, on the first day of the X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, which took place in Paris on November 21st and 22nd 2019.
In ogni epoca si è mentito e si è cercato di ingannare, ma oggi sembra che la distinzione tra verità e menzogna venga cancellata per motivi di semplice utilità. Gli scrittori si muovono sull’esile filo che separa i fatti dalla finzione, non nascondendo né sminuendo la verità, ma cercando piuttosto di esplorarla, interpretandola attraverso l’immaginazione. Questa fu la missione letteraria di Leonardo Sciascia, secondo questo contributo in spagnolo che rielabora un intervento dell’autore nella prima giornata del X Leonardo Sciascia Colloquium, Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, svoltosi a Parigi il 21 e 22 novembre 2019.
Pp. 51-54
Lies and deceptions have always existed. However, in our time, the distinction between reality and lies seems to have disappeared for the sake of simple utility. The authors walk on the tightrope between fact and fiction, but do not hide nor belittle the truth, trying instead to explore it by interpreting it through imagination. This was Leonardo Sciascia’s literary mission. This paper reinterprets the author’s presentation during the first day of the X Leonardo Sciascia Colloqium, Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, held in Paris on November 21st and 22nd 2019.
Anche se non si sono conservate tracce di un incontro, dal vivo o epistolare, tra il grande scrittore polacco Gustaw Herling e Leonardo Sciascia, sono molti e decisivi i fattori che giustificano un accostamento tra i due. Mentre per quanto riguarda Sciascia, al momento non sono emerse evidenze di un contatto effettivo, nella biblioteca di Herling sono presenti una dozzina di libri dello scrittore siciliano e nei suoi testi, soprattutto in Journal écrit la nuit, numerosi sono i riferimenti alle sue opere. Nell’articolo si analizzano i passaggi in cui Herling parla di Sciascia e dei suoi testi, dalle Parrocchie di Regalpetra a Morte dell’inquisitore, dalla Scomparsa di Majorana a Todo modo, a Nero su nero, e si prospettano le convergenze dei due scrittori su temi e idee comuni, anche sul piano politico. Questo testo è basato su un intervento dell’autrice al X Leonardo Sciascia Colloquium, Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, tenutosi a Parigi il 21 e 22 novembre 2019.
Pp. 55-72
Even though there are no traces of an encounter, in person or by letter, between the great Polish writer Gustaw Herling and Leonardo Sciascia, there are many important factors which justify bringing together an analysis of the two writers. Whilst there is currently no evidence of actual contact from Sciascia’s side, Herling’s library contains a dozen of Sciascia’s works and his texts contain many references to Sciascia’s books, especially Diary Written at Night. This article analyses the extracts in which Herling discusses Sciascia and his works, from Salt in the Wound to Death of the Inquisitor, from The Mystery of Majorana to One Way or Another to Nero su nero, and explores thematic convergences and shared ideas between the two writers, including in terms of politics. This article is based on a paper presented by the author at the X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, which took place in Paris on November 21st and 22nd 2019.
L’articolo raffronta l’opera di Leonardo Sciascia e quella di George Orwell per verificare cosa le unisce e in quale misura, in un’epoca di fake news, l’insistenza di entrambi gli autori sulla verità come valore chiave etico-politico resti cruciale. Visti dai propri contemporanei come autori inopportuni o scomodi, Sciascia e Orwell hanno punti di vista convergenti sulla responsabilità dello scrittore verso la società e anche verso la Storia. Entrambi guardano con sospetto alla facilità con cui la verità è calpestata dal Potere e, sebbene in contesti diversi, hanno vissuto all’ombra di regimi totalitari (stalinisti, hitleriani o mussoliniani), sfidando la subdola menzogna dei politici e dei giornalisti. Questo contributo è basato sulla relazione svolta al X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, tenutosi a Parigi il 21 e 22 novembre 2019.
Pp. 73-85
The article aims to examine the work of Leonardo Sciascia and George Orwell to ascertain what unites them and to what extent, in an era of fake news, their insistence on the centrality of truth as an ethical-political value remains relevant. Viewed by their contemporaries as inconvenient or troublesome, they converged on questions of the responsibility of the writer towards the world s/he inhabited and also towards History. Both looked with suspicion at the ease with which truth itself was downtrodden by the powers of the day. Equally the two men, although in different contexts, lived under the shadow of totalitarianism, be it Stalinist, Hitlerian or Mussolinian, and challenged the devious mendacity of politicians and journalists. This essay is based on a paper presented at the X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, held in Paris, November 21st and 22nd 2019.
Il contributo – basato sulla relazione svolta al X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, tenutosi a Parigi il 21 e 22 novembre 2019 – ripercorre gli avvenimenti salienti del 1977, un anno fondamentale nella biografia intellettuale di Sciascia e nella recente storia d’Italia. Un’attenzione particolare è riservata alle numerose occasioni in cui quell’anno lo scrittore siciliano ebbe contatti con la Francia e Parigi, e alle interazioni dirette e mediate con scrittori e intellettuali d’Oltralpe.
Pp. 87-108
This article – based on a paper given at the X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, which took place in Paris on November 21st and 22nd 2019 – retraces the key events of 1977, a fundamental year in Sciascia’s intellectual biography and in Italy’s recent history. It focuses in particular on the many occasions in which the Sicilian writer was in contact with France and with Paris that year, and on his direct and mediated interactions with writers and intellectuals on the other side of the Alps.
In questo saggio – basato sulla relazione svolta al X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, tenutosi a Parigi il 21 e 22 novembre 2019 – il ruolo che Sciascia assegna alla scrittura, in quanto strumento, è osservato attraverso la griglia della tensione scrittura-oralità e dell’ambivalenza nei confronti della parola scritta che corre lungo tutta la cultura occidentale. I principali momenti di questa ‘critica della scrittura’, da Platone a Rousseau a Lévi-Strauss, insieme all’analisi che ne fa Jacques Derrida, sono analizzati e incrociati con alcuni snodi narrativi sciasciani, in particolare nel Mare colore del vino e soprattutto nel Consiglio d’Egitto, con la centralità che vi assume la falsificazione-invenzione di una scrittura.
Pp. 109-118
This essay – based on the paper presented at the X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, which took place in Paris on November 21st and 22nd 2019 – examines the role which Sciascia assigns to writing as an instrument, through the perspective of the tension between writing and orality and the ambivalence towards the written word which runs through western culture. The paper analyses key instances of this ‘criticism of writing’ from Plato to Rousseau to Lévi-Strauss, together with Jacques Derrida’s analysis of the concept, and examines the ways in which these intersect with Sciascia’s narrative, notably in The Wine-Dark Sea and The Council of Egypt, texts which have the notion of the falsification-invention of ‘a’ writing at their core.
Per affrontare il tema dei rapporti di Sciascia con il Mezzogiorno d’Italia, si rivolgerà lo sguardo verso quella che potremmo definire la «preistoria» dello scrittore siciliano, il periodo della formazione tra la fine degli anni Quaranta e la seconda metà dei Cinquanta. È una fase stratificata nella quale si avvicendano una pluralità di riferimenti ancora non del tutto chiari né ben distinguibili. Tuttavia, in questo saggio – basato sulla relazione svolta al X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, tenutosi a Parigi il 21 e 22 novembre 2019 – si propone di ricondurre il primo periodo dell’attività letteraria di Sciascia a una sorta di piano di lavoro unitario, che trova il suo punto focale nel pensiero meridionalistico di Antonio Gramsci.
Pp. 119-130
This article examines Sciascia’s relationship with the Italian South (Meridionalismo), focusing on what might be termed the ‘prehistory’ of the Sicilian writer, i.e. the period of his development between the end of the 1940s and the second half of the 1950s. It is a multi-layered phase in which a plurality of references alternates and are not clearly distinguishable from each other. Nonetheless this essay – based on the paper presented at the X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, which took place in Paris on November 21st and 22nd 2019 – seeks to trace a sort of unitary work plan in Sciascia’s first period of literary activity, with the focal point rooted in Antonio Gramsci’s thinking about the Italian South.
Sciascia (1921) e Brancati (1907), scrittori diversissimi, possono essere accomunati a partire dal loro comune stendhalismo. Appartenenti alle due generazioni fondanti del Novecento, hanno entrambi usato la Sicilia come metafora, riuscendo a dare alla loro scrittura una dimensione europea. In questo testo si parte da un ricordo visivo di Sciascia – Brancati professore in una scuola di Caltanissetta sul finire degli anni Trenta del Novecento – per seguire i gradi di vicinanza tra i due scrittori. Giungendo fino al fugace sogno dell’apparizione confabulante di entrambi su un boulevard parigino alla fine del secondo decennio del Duemila. Questo testo è ispirato all’intervento svolto dall’autore al X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, tenutosi a Parigi il 21 e 22 novembre 2019.
Pp. 131-136
Two very different writers, Sciascia (born in 1921) and Brancati (born in 1907) are brought together by their shared interest in Stendhal’s texts. Part of the two founding generations of the 20th century, they both used Sicily as a metaphor, able to bring a European dimension to their work. This essay takes as its starting point one of Sciascia’s visual memories – that of Brancati as a teacher in a school in Caltanissetta at the end of the 1930s – to then trace the degrees by which the two writers came closer together. It culminates in the fleeting dream of the apparition of the two confabulating on a Parisian boulevard at the end of the second decade of the 2000s. This article is based on the paper presented by the author at the X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, which took place in Paris on November 21st and 22nd 2019.
Il contributo è la trascrizione della tavola rotonda che ha chiuso la terza sessione del X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, tenutosi a Parigi il 21 e 22 novembre 2019. I tre relatori si sono soffermati sulla definizione di intellettuale, sulle diverse sfaccettature dell’intellettuale Sciascia, soprattutto in relazione ai temi della verità e della giustizia, tra eresia e responsabilità. Dalla conversazione è emerso uno spaccato di cultura novecentesca in cui Sciascia dialoga con figure come Orwell, Foucault, Herling, Fortini, Chiaromonte, Camus.
Pp. 137-144
In questo saggio – basato sulla relazione della classe V A del Liceo scientifico «Leonardo da Vinci» di Terracina al X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, Parigi, 21 e 22 novembre 2019 – si parla del valore della responsabilità individuale nelle vicende umane, a partire da un episodio cruciale della vita di Alessandro Manzoni, raccontato da Leonardo Sciascia in una delle sue Cronachette e da Salvatore Silvano Nigro nella Funesta docilità. Si ipotizza un anello mancante che si colloca tra l’inchiesta di Sciascia e quella di Nigro, attraverso la ricerca ‘filologica’ di un rimorso che lo scrittore milanese, coinvolto indirettamente nell’eccidio del Ministro delle Finanze del Regno italico, Giuseppe Prina, ‘nascose’ tra le pagine del suo romanzo e in Storia della colonna infame.
Pp. 145-157
This paper – based on the presentation by class Va of “Leonardo da Vinci” Liceo scientifico in Terracina at the X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, which took place in Paris on November 21st and 22nd 2019 – explores the value of individual responsibility in human affairs, taking as its starting point a crucial episode in Alessandro Manzoni’s life, as recounted by Leonardo Sciascia in one of his Cronachette and by Salvatore Silvano Nigro in his essay Funesta docilità. The paper proposes a missing link which connects Sciascia’s and Nigro’s investigations through ‘philological’ research on the remorse felt by the Milanese writer, who was indirectly involved in the massacre of the Italian Minister of Finance, Giuseppe Prina, and which remains ‘hidden’ within the pages of his novel and in The Infamous Column.
Il contributo è la trascrizione della discussione che ha chiuso il X Leonardo Sciascia Colloquium Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli «irregolari» del Novecento, tenutosi a Parigi il 21 e 22 novembre 2019. Nel dibattito sono intervenuti diversi relatori e uditori sul ruolo di Sciascia all’interno del pantheon culturale del Novecento, per un ritratto a tutto tondo di uno scrittore da leggere in prospettiva europea e universale.
Pp. 159-169
Pag. 172
L’articolo in inglese apre la rubrica «Letture» ed è uno dei tre contributi che intendono offrire altrettante prospettive diverse sull’esito dell’impresa editoriale Adelphi, iniziata nove anni fa nella collana «Nave Argo», che riunisce tutta l’opera sciasciana a cura di Paolo Squillacioti, e di cui nel 2019 è uscito il secondo tomo del secondo volume (Tav. III, inserto fuori testo a colori). Farrell si sofferma soprattutto sui ruoli di editor e di editore, rispettivamente di Squillacioti e di Adelphi.
Pp. 173-178
L’articolo è il secondo dei tre contributi sull’impresa editoriale Adelphi, iniziata nove anni fa nella collana «Nave Argo», che riunisce tutta l’opera sciasciana a cura di Paolo Squillacioti, e di cui nel 2019 è uscito il secondo tomo del secondo volume (Tav. III, inserto fuori testo a colori). L’autore focalizza l’attenzione sul racconto 10 luglio 1943, da cui si snoda un discorso su motivi centrali nel pensiero sciasciano, quali il pessimismo e la stupidità.
Pp. 179-187
Terzo contributo sull’esito dell’impresa editoriale Adelphi, iniziata nove anni fa nella collana «Nave Argo», che riunisce tutta l’opera sciasciana a cura di Paolo Squillacioti, e di cui nel 2019 è uscito il secondo tomo del secondo volume (Tav. III, inserto fuori testo a colori). Lo studioso incentra il discorso su una delle ossessioni sciasciane che il lavoro filologico di Squillacioti ha messo in primo piano: il rapporto di Pirandello con Tilgher, approfondito nei saggi sciasciani dedicati a Pirandello.
Il contributo intreccia la trama del romanzo Il giorno della civetta con la concezione di politica criminale al fondo della strategia di lotta alla mafia che ha improntato, nei decenni successivi, le soluzioni legislative e giurisprudenziali nel campo della prevenzione e della repressione penale, mettendo in luce le intuizioni, le anticipazioni e i moniti, contenuti nell’opera di Leonardo Sciascia, destinati a risuonare ancora attualissimi per chi, nelle questioni della giustizia penale, privilegi le garanzie individuali promesse dallo Stato di diritto.
Pp. 197-214
This essay weaves together the plot of the novel The Day of the Owl with the understanding of criminal policy underpinning the strategy of the fight against the Mafia, which in successive decades shaped legislative solutions in the areas of prevention and criminal prosecution. It highlights the intuition, anticipation and warnings present in Leonardo Sciascia’s works, which resonate still today for those who, in questions of criminal justice, privilege the individual rights promised by the rule of law.
Il saggio analizza Il contesto, e soprattutto la prima parte del romanzo, secondo una chiave di lettura «foucaultiana», che sembra particolarmente aderente a uno scrittore come Sciascia, capace come pochi altri di smascherare la valenza biopolitica dell’esercizio del potere. Ci si sofferma anche sull’inchiesta dell’ispettore Rogas, il quale, sulla scorta del metodo dialogico del Maigret di Simenon, delinea la volontà di Sciascia di costruire un modello di ‘poliziotto non inquisitore’, in linea con le idee dell’autore sull’esercizio della giustizia.
Pp. 215-226
The essay analyses Equal Danger, focusing especially on the first half of the novel, with a Foucaultian interpretation that seems peculiarly fitting for a writer like Sciascia – who could unmask like few others the biopolitical value of the exercise of power. Another focus of the analyses is the investigation carried out by Inspector Rogas who, on the basis of the dialogical approach of Simenon’s Maigret, highlights Sciascia’s intention of creating a ‘non inquisitive policeman’ character, an intent consistent with Sciascia’s ideas on the administration of justice.
STUDI E RICERCHE / STUDIES AND RESEARCH
Il saggio analizza alcune linee di continuità e di discontinuità tra le rispettive poetiche di Sciascia e Pasolini. In particolare, il testo prende in esame due diversi modi di fare letteratura e di affrontare quella scissione tra parole e cose che Pasolini denuncia nelle sue opere della maturità, come in Petrolio, e che mette in discussione il concetto di verità. Alla luce del confronto si esaminerà come Sciascia affronti questo tema della tarda modernità attraverso un tipo di stile che rinnova l’ideale, comune ai due scrittori, della «scrittura-verità» e che si serve dell’espediente narrativo del mondo possibile.
Pp. 229-242
The essay analyses some of the lines of continuity and discontinuity between the poetics of Sciascia and Pasolini. More precisely, this text focuses on two different ways of writing narrative and on the exploration of the division between words and objects that Pasolini denounces in his later novels, such as in Petrolio, which bring into question the idea of truth. Drawing on this comparison, this essay analyses how Sciascia addresses this issue of late modernity with a writing style that renews the shared ideal of these two writers of the «writing-truth» thanks to the plot device of the possible world.
La noterella prende in esame il controfattuale ‘gioco del se’, ovvero la questione dell’«ucronia», nell’opera di Sciascia. Più volte lo scrittore di Racalmuto ha mostrato interesse verso gli esperimenti di contro-storia, sia osservando quel gioco da studioso, sia ponendosi egli stesso come autore di quel gioco.
Pp. 243-250
The paper examines the counterfactual ‘game of the self’, namely the issue of ‘alternative history’, in Sciascia’s work. The writer from Racalmuto several times expressed interest for experiments of counterfactual history, both observing this ‘game’ as a scholar and partaking in it as a writer.
L’articolo propone un close reading del Giorno della civetta che muove dalla prospettiva di una teoria semiotica della lettura. Si vede che il testo predispone tre strategie, l’enigma, la suspense e il dilemma: mentre le prime due vertono sullo smascheramento della verità, in continuità con la tradizione poliziesca, la terza caratterizza il giallo contestuale sciasciano, che verte sull’instabilità semantica dei valori alla base del contratto sociale. Su questa base, si cerca di mostrare che ‘il primo romanzo di mafia’ è anche, in realtà, il primo a problematizzare l’antimafia.
Pp. 251-266
The paper presents a close reading of The Day of the Owl originating from the perspective of semiotic literary theory. It is possible to observe three strategies in the text: enigma, suspense, and dilemma. Whereas the first two cover the unmasking of the truth – following the tradition in crime novels –, the third strategy is particular to the Sciascian contextual crime novel, focused on the semantic instability of values that are the foundation of the social contract. From this starting point, this essay seeks to show that the ‘first novel on Mafia’ is also the first novel that tackles the issue of the Anti-Mafia.
PERSI E RITROVATI / LOST AND FOUND
Sulla scia di un carteggio degli anni 1977-1988, l’articolo intende ripercorrere il rapporto tra Leonardo Sciascia e la rivista «Belfagor», fondata da Luigi Russo e diretta dopo il 1961 dal figlio Carlo Ferdinando Russo. La relazione tra lo scrittore e il giovane Russo risaliva in effetti al 1943-44 e al progetto irrealizzato di una traduzione della Lady Chatterley di D.H Lawrence, ma lo scambio si fece assai intenso sul piano umano e editoriale con l’invito rivolto a Sciascia di collaborare alla serie di autoritratti eticopolitici Minima personalia, apparsi in «Belfagor» dal 1984.
Pp. 269-276
In the wake of a correspondence dated 1977-1988, this contribution focuses on retracing the relationship between Leonardo Sciascia and the journal «Belfagor», founded by Luigi Russo and managed by his son Carlo Ferdinando Russo after 1961. Indeed, the relationship between the writer and Russo Jr. dated back to 1943-44 and to the unrealised project of a translation of Lady Chatterley by D.H. Lawrence. However, their correspondence became more intense on a human and editorial level together with the invitation for Sciascia to collaborate on the series of ethical-political self-portraits Minima personalia published on «Belfagor» in 1984.
Pp. 277-291
Pp. 292-294
Due inediti, una copia delle Parrocchie di Regalpetra con dedica a Gadda e una lettera di Gadda a Sciascia, innescano un’indagine sui contatti tra i due scrittori, incontratisi nel 1956 al Premio Crotone. Facendo perno sul Pasticciaccio di Gadda, si affrontano le idee e gli scritti di Sciascia sul poliziesco, i suoi atteggiamenti rispetto all’incompiutezza in letteratura, una sua fonte finora poco considerata (Max Beerbohm), infine il modo in cui Sciascia e Gadda guardano all’esempio estetico e civile di un maestro condiviso, il Manzoni.
Pp. 295-331
This analysis of the contacts between Gadda and Sciascia – who met in 1956 at Premio Crotone – originates from two unpublished works: a copy of Salt in the Wound with an inscription to Gadda and a letter from Gadda to Sciascia. Pivoting on Gadda’s That Awful Mess on the Via Merulana, Sciascia’s ideas and works on crime novels are analysed, together with his thoughts on incompleteness in literature, a source that has been overlooked until now (Max Beerbohm) and, lastly, the way Sciascia and Gadda regard the aesthetic and civil example of a shared master, Manzoni.
Traduzioni / Translations (a cura di Andrea Schembari)
Nell’articolo si offre una ricostruzione della fortuna dell’opera di Leonardo Sciascia in Ungheria, dagli anni Sessanta del XX secolo fino agli anni Dieci del XXI: alle pubblicazioni degli scritti di Sciascia in traduzione, in volume o su riviste letterarie, si sono aggiunti ben presto alcuni studi relativi a questioni di genere letterario, alla presentazione di temi e prospettive, all’importanza di alcuni adattamenti cinematografici delle sue opere, a testimoniare un costante interesse, non soltanto da parte dell’italianistica magiara, per gli scritti dell’autore siciliano, la cui opera ha conosciuto sia una diffusione ‘popolare’ che un’analisi a volte traslata dalle «cose di Sicilia» e d’Italia, alla comprensione di alcune dinamiche della storia d’Ungheria.
Pp. 335-349
The paper presents a reconstruction of the success of Leonardo Sciascia’s work in Hungary from the 1960s until the first decade of the 21st century. In addition to the published translations of Sciascia’s novels, in volumes or on literary magazines, there were also studies focusing on literary issues, also on the presentation of themes and perspectives, and on the importance of some movie adaptations of his works. These bear witness to an ongoing interest – not only from Hungarian Italian studies – in the Sicilian writer’s works, whose novels became famous on a ‘popular’ level and were, at times, the subject of a transposed analysis from Italian and «Sicilian matters» to an understanding of some dynamics present in Hungarian history.
Iconografia / Iconography (a cura di Lavinia Spalanca)
Le pareti della dimora palermitana di Leonardo Sciascia erano tappezzate di grafica in bianco e nero. A cospetto di quelle opere, il lettore che conosceva i romanzi dello scrittore, poteva sentirsi insorgere, rievocati, fatti e personaggi noti, perché letti: un ritorno misterioso di memoria visiva. Per artisti incisori, per cataloghi e mostre, Sciascia ha scritto molte prefazioni, scavando nel profondo, al fine di rintracciare origini nascoste e portare alla luce intimi stimoli creativi, ispirazioni sotterranee forse sconosciuti agli autori stessi.
Pp. 353-366
The walls of Leonardo Sciascia’s house in Palermo were covered in black and white artworks. Faced with such art, a connoisseur of the writer’s novels could feel the echo of events and characters encountered when reading: a mysterious return of visual memory. Sciascia wrote numerous prefaces for print-makers, catalogues and exhibitions, digging deep, aiming to find hidden origins and expose intimate sources of creativity, subterranean inspirations that could have been unknown to the authors themselves.
Biblioteca digitale Sciascia / Sciascia Digital Library (BiDiS)
La rubrica di questo decimo volume avrebbe dovuto ospitare l’aggiornamento alla lettera M del repertorio dei corrispondenti dello scrittore, curato dalla Biblioteca della Fondazione Sciascia. Per cause diverse, non ultima l’emergenza sanitaria, il contributo atteso viene a mancare. La Direzione editoriale, in un corsivo scritto per la circostanza, auspica la ripresa della collaborazione e sottolinea comunque il valore di questo strumento per innescare e facilitare le ricerche d’archivio sugli epistolari, gettando nuova luce sulle relazioni e le amicizie di Sciascia con altri interlocutori in tutto il mondo.
Recensioni / Book Reviews
Pag. 373
Pag. 377
Pag. 387
Pag. 391
Pag. 395
Pag. 399
Pubblicazioni ricevute e postillate / Publications Received With Short Comments (a cura di Estela González de Sande)
Pag. 409
Pag. 410
Pag. 411
Pag. 413
Pag. 414-415
Pag. 415
Pag. 417
Pag. 418
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In cauda
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