RASSEGNA / REVIEW ESSAYS. LEONARDO SCIASCIA COLLOQUIA, II. 1961-2011 MEZZO SECOLO CON “IL GIORNO DELLA CIVETTA”

MARK CHU, Introduzione. Mezzo secolo con “Il giorno della civetta” 1961-2011

Nell’introdurre i lavori della seconda edizione dei “Leonardo Sciascia Colloquia”, tenutasi a Palermo nel novembre del 2011, in occasione del cinquantesimo anniversario della pubblicazione del “Giorno della civetta”, questo articolo prende in considerazione l’uso che Sciascia fa del ‘reale’, denunciando il marcio della società e del potere in un ambiente che è Sicilia e Italia, ma anche ambiguamente un paese immaginario. Riflette quindi sulla ricezione di questo romanzo e di altre opere sciasciane come modelli di comportamento etico. 
Pag. 3-8

RENATO ALBIERO, Apertura dei lavori

Un’introduzione al convegno sul “Giorno della civetta” che fa il punto sulle numerose attività dell’Associazione Amici di Leonardo Sciascia: dal sito “Leonardo Sciascia Web”, che tra i vari contenuti offre agli utenti un database bibliografico, alle collane di studi sullo scrittore (“Quaderni Leonardo Sciascia”, “Porte aperte”, “A Futura Memoria”, “Omaggio a Sciascia” e tra le ultime “Sciascia scrittore europeo”), alle varie iniziative, come il “Premio Leonardo Sciascia amateur d’estampes”, fino alla rivista stessa “Todomodo”. A questa rassegna segue una breve introduzione al tema del romanzo, alla mafia come borghesia parassitaria, che non imprende ma sfrutta. 
Pag. 9-12

CLAUDE AMBROISE, Il significante ‘modello’

Ambrosie analizza “Il giorno della civetta” a partire da una dichiarazione in cui Sciascia afferma che il modello del protagonista è Renato Candida. Al di là della verità o meno dell’affermazione, lo studioso parte dal significante ‘modello’ (ciò che sta all’origine di una serie che lo riproduce) e analizza il personaggio in relazione a tre ‘modelli’: quello socio-antropologico, quello politico e il romanzo poliziesco, suggerendo che la creatività di Sciascia sta nella capacità di fonderli per creare un’opera letteraria che li condensi in qualcosa di nuovo. 
Pag. 13-22

PAOLO SQUILLACIOTI, Storia di un’autocensura. La vicenda redazionale de “Il giorno della civetta”

Il saggio documenta la lunga gestazione del romanzo “Il giorno della civetta”, tracciandone gli sviluppi della scrittura attraverso l’analisi della corrispondenza tra Sciascia e i suoi editori (Einaudi e Laterza) e grazie al confronto con parti del romanzo pubblicate prima della edizione definitiva. Squillacioti dimostra anche gli sforzi di Sciascia per rimuovere nel testo i riferimenti a persone reali, un profondo ‘lavoro di cavare’, come scrive l’autore, che tuttavia non riduce l’effetto narrativo del fenomeno mafioso e dei suoi legami con la politica denunciati nel romanzo. 
Pag. 23-36

VALTER VECELLIO, “Il giorno della civetta” tra cronaca e metafora

Sciascia ha sempre respinto il ruolo di esperto di mafia, tuttavia in numerose occasioni ha fatto riferimento alla sua esperienza di crescere e vivere in una città in cui la mafia era una realtà. L’articolo sottolinea la costante denuncia della mafia ad opera di Sciascia nei suoi scritti, precedenti e posteriori al Giorno della civetta, e respinge le accuse mosse all’autore su un sua supposta ambiguità di denuncia nei confronti del fenomeno criminale. Scrive Vecellio: ‘Non era un mafiologo, Sciascia, ma di mafia capiva, vedeva, sapeva’. 
Pag. 37-47

CLAUDE AMBROISE, Brevi riflessioni in margine alla traduzione francese de “Il giorno della civetta”

L’articolo racconta brevemente l’evoluzione della traduzione di Le Jour de la Chouette: dalla prima nel 1962, firmata Juliette Bertrand, alla revisione di Mario Fusco, curatore dell’Opera omnia di Sciascia in francese. Le questioni legate alla traduzione de “Il giorno della civetta” afferiscono a diverse aree, stilistiche, linguistiche, di significato: è un romanzo letterario, ma che sfrutta in alcuni tratti la cifra scrittoria del romanzo poliziesco; è un romanzo scritto in italo-siciliano, in un linguaggio contenente quindi vari regionalismi e parole dialettali, spesso intraducibili; è un romanzo politico italiano che racconta la realtà della mafia in quel contesto, una realtà complessa difficilmente traducibile senza opportuni approfondimenti. 
Pag. 49-52

LEONARDA TRAPASSI, El día de la lechuza: percorsi traduttivi del romanzo

Il saggio fornisce un resoconto delle vicende editoriali spagnole del romanzo “Il giorno della civetta”, nel contesto di una breve storia della ricezione in Spagna delle opere di Sciascia e del loro legame letterario con Manuel Vázquez Montalbán. Fondamentali sono le tre edizioni in castigliano di Domingo Pruna, Esther Benítez e Juan Ramón Azaola (apparse rispettivamente nel 1968, nel 1990 e nel 2008) e l’edizione in lingua catalana del 1989. L’articolo analizza alcuni esempi delle diverse soluzioni proposte dai traduttori e le particolare difficoltà affrontate nella trasposizione linguistica. 
Pag. 53-64

JOSEPH FARRELL, Il sogno e l’incubo: Sciascia e il giallo anglofono

Prendendo avvio dall’introduzione di Leonardo Sciascia al romanzo di Agatha Christie, “L’assassinio di Roger Ackroyd”, l’autore traccia un breve resoconto della fortuna critica di Sciascia nelle terre anglofone; un successo che però non è suffragato dai numeri del mercato editoriale di lingua inglese, imparagonabili a quelli di Francia, Spagna e Germania. L’articolo si concentra poi sui legami dello scrittore con la cultura americana e inglese, pochi ma non inesistenti: Sciascia amava Stevenson, cita nelle sue opere Aldous Huxley, Gilbert Keith Chesterton, George Orwell, Virgina Woolf. L’influenza più evidente però è quella relativa al classico romanzo poliziesco, tipico della Christie e composto da tre elementi: delitto, indagine e indentificazione del colpevole. Secondo l’autore, in Sciascia il terzo elemento manca perché l’esperienza delle condizioni politico-sociali in cui scrive sono nettamente differenti da quelle della collega britannica. 
Pag. 65-75

IVAN PUPO, “Il giorno della civetta” a teatro

Il saggio prende in considerazione due adattamenti teatrali di “Il giorno della civetta”: lo script inedito tratto dal romanzo nel 1963 da Sciascia e Giancarlo Sbragia e il libero adattamento prodotto nel 2003 da Gaetano Aronica. Il saggio si sofferma sul potenziale drammatico del romanzo e mette in evidenza gli accenti verghiani e pirandelliani aggiunti nel lavoro teatrale dall’autore. 
Pag. 77-92

FRANCESCA CAPUTO, Silenzi e dialoghi ne “Il giorno della civetta”

Il saggio pone l’attenzione sulla centralità dell’opposizione tra dialogo e silenzio sia nel romanzo di Sciascia “Il giorno della civetta” che nella sua trasposizione cinematografica del 1968 con la regia di Damiano Damiani. Secondo l’autrice, Sciascia utilizza una fine dialettica fra il dire e il non dire, il tacere, il mistificare, l’alludere: l’interazione verbale, analizzata anche attraverso il ‘controcanto’ di celluloide, offre così l’acutezza dello scrittore nel delineare i personaggi. 
Pag. 93-107

ANGELA BIANCA SAPONARI, La realtà trasfigurata ne “Il giorno della civetta” di Damiano Damiani

Il contributo inquadra e contestualizza il film “Il giorno della civetta” di Damiano Damiani, uscito nel 1968, nell’ambito del cinema del regista e nel panorama cinematografico italiano dell’epoca. L’adattamento cinematografico del romanzo non fu accolto bene dalla critica, tuttavia l’autrice sostiene che è ancora possibile vedere in convenzionali scelte cinematografiche del regista una strategia per rendere le questioni morali e politiche sollevate da Sciascia comprensibili e indelebili nella mente dello spettatore. 
Pag. 109-122

VELANIA LA MENDOLA, ‘Un libro che affronta un vivo, tragico problema’. “Il giorno della civetta” nelle carte Einaudi

Attraverso una dettagliata analisi della corrispondenza dell’autore con i rappresentanti della casa editrice Einaudi, il saggio delinea i motivi che portarono Sciascia alla scrittura de “Il giorno della civetta”, la sua risposta alle critiche, compresi i premi letterari vinti e non premiati, e la sua insoddisfazione per la promozione del volume in casa Einaudi. L’autrice ha inoltre esaminato la polemica intercorsa sulla presunta simpatia dell’autore per il personaggio del boss mafioso, Don Mariano Arena, tratteggiando l’accesa discussione tra scrittori sulla validità del genere letterario per la denuncia del fenomeno mafioso, fino al commento di Camilleri su Saviano. Il saggio si conclude con una breve riflessione sulla scelta shakespeareiana del titolo, a partire dalla lettere di Sciascia e dall’analisi del passo dell’Enrico VI. 
Pag. 123-139

MARCO BELPOLITI, Cover story della “Civetta”

Questa nota esamina brevemente l’emblematica illustrazione di copertina di Renato Guttuso posta sulla prima edizione de “Il giorno della civetta” di Sciascia e il rapporto tra l’opera dell’artista e quella dello scrittore. 
Pag. 141-142