Vengono pubblicati in questa sede alcuni brani del diario inedito di Sigfrido Bartolini, “Disperata felicità”, datati tra l’ottobre 1987 e il novembre 1989, periodo della conoscenza tra il pittore/scrittore e polemista Bartolini e Leonardo Sciascia. Bartolini riferisce degli incontri e dei colloqui con Sciascia, delle comuni frequentazioni milanesi e, infine, dell’utilizzo – da più parti strumentale – della notizia della morte dello scrittore di Racalmuto.
Pag. 199-204
L’autore ricorda il proprio incontro con Sigfrido Bartolini, nel 1976, le comuni frequentazioni, il parallelo interesse per Ardengo Soffici e il simile legame con la Sicilia, argomento quest’ultimo che li conduce a confrontarsi anche su Leonardo Sciascia. Alla luce delle note stese da Bartolini nel proprio diario dopo aver conosciuto di persona lo scrittore, i due intellettuali appaiono uniti dal “comune amore per la libertà”, nonostante le diverse formazioni e i differenti orientamenti politici.
Pag. 205-212
Vengono qui pubblicate dieci lettere di Leonardo Sciascia tratte dal carteggio, in lingua italiana e francese, intercorso negli anni ottanta tra lo scrittore e René Étiemble; il relativo materiale è oggi conservato alla Bibliothèque Nationale di Parigi, insieme al dattiloscritto della versione originale – finora inedita – in italiano della postfazione di Sciascia all’edizione parziale del “Goliath” di Giuseppe Antonio Borgese pubblicata in Francia nel 1986 dalle Éditions Desjonquères (Parigi), e di cui Étiemble era stato il traduttore, già nel 1945, per un editore canadese. Le missive sono precedute da un saggio che elenca le caratteristiche del carteggio, illustrando nel contempo la genesi della postfazione al volume di Borgese, tradotta in francese da Jeannine Kohn-Étiemble.
Pag. 213-233
Il testo presentato è la prefazione a Giorgio Bocca, “L’uomo L’energia La vita”, libro pubblicato nel 1988 dall’Enel in una collana promozionale fuori commercio. Sciascia prende spunto da un’immagine di Valéry – le dame del Settecento, secolo di Montesquieu, rivolte ad osservare “come fate sulla culla di vetro e di rame” la scoperta dell’elettricità –, per passare poi a più personali memorie sull’arrivo dell’elettricità in Sicilia. Il saggio è seguito da una postilla di Maria Teresa Giaveri.
Pag. 235-242