LEONARDO SCIASCIA, Presentazione “Codice della vita italiana” di Giuseppe Prezzolini (con postilla di Euclide Lo Giudice)

LEONARDO SCIASCIA, Presentazione “Codice della vita italiana” di Giuseppe Prezzolini (con postilla di Euclide Lo Giudice)

È qui ripubblicata l’introduzione di Leonardo Sciascia al “Codice della vita italiana” di Giuseppe Prezzolini, scritta per la strenna dell’editore Giuffrè che nel 1982 propose il testo di Prezzolini introdotto da Sciascia accanto ad alcune pagine di Piero Calamandrei presentate da Paolo Ungari. A partire dalla categorizzazione di Prezzolini degli italiani come “furbi” o “fessi”, Sciascia si interroga sulla ragione – identificata poi nell’“insicurezza” – che spinge gli italiani, come gli spagnoli, a cercare costantemente caratteristiche che descrivano il proprio carattere nazionale. La postilla di Euclide Lo Giudice accompagna il testo di Sciascia illustrandone infine genesi e finalità. 
Pag. 195-202

TIZIANA MATTIOLI, ‘Il fatto è che siamo cristiani’. Sciascia e Volpini: un carteggio morale

Il saggio dell’autrice introduce il carteggio tra Leonardo Sciascia e Valerio Volpini, pubblicato nello stesso fascicolo della rivista. Le settantuno lettere scambiate tra il 1952 e il 1984 offrono spunti originali sul lavoro di entrambi gli intellettuali, tra progetti, giudizi critici e interesse per l’arte del bulino, ma soprattutto – sostiene l’autrice del contributo – possono riassumersi col termine latino della “pietas”, nel segno di una comune formazione e prospettiva umanistica. Altro tema che percorre l’intero carteggio è, infine, la riscoperta e valorizzazione del dialetto (romanesco e siciliano). Il testo è accompagnato dalla riproduzione di due delle settantuno lettere, oltre che del frontespizio di “Racconti siciliani” e della dedica contenuta nel volume che Sciascia curò per la Scuola del Libro di Urbino. 
Pag. 203-252

RAOUL BRUNI, Sciascia e Cecchi. Considerazioni sugli influssi e il carteggio inedito

Il contributo, rielaborazione dell’intervento tenuto dall’autore al convegno degli Amici di Sciascia del 20 giugno 2013 (“Fiorentino inconsapevole. Leonardo Sciascia e la Toscana”), introduce il breve carteggio svoltosi tra Leonardo Sciascia e Emilio Cecchi nel biennio 1950-1951; pubblicato nello stesso numero della rivista, esso è conservato in parte presso il Fondo Cecchi (Archivio Contemporaneo Alessandro Bonsanti, Gabinetto Vieusseux, Firenze) e in parte presso la Fondazione Leonardo Sciascia (Racalmuto). L’influenza di Emilio Cecchi si configura come presenza costante nel percorso intellettuale di Leonardo di Sciascia: se il suo ruolo di mediatore della letteratura inglese e americana contemporanea in Italia è ricordato da Sciascia nel saggio “Appunti per un omaggio a Cecchi” e, più tardi, influisce sulle scelte editoriali delle collane di narrativa da lui stesso curate, la prosa d’arte del fiorentino si riflette invece nella scrittura di “Favole della dittatura” e, più in generale, sulla prima produzione di Sciascia. 
Pag. 253-268

RICCARDO DONATI, La parte dello Spirito Santo. Sciascia vincitore del ‘Premio Letterario Prato’

Attraverso la documentazione relativa al Premio Letterario Prato del 1960, conservata presso l’Archivio del Comune della stessa città e ritrovata da Francesco Izzo, viene ricostruita dall’autore la vittoria del concorso da parte di Leonardo Sciascia con il racconto “L’antimonio”. Le lettere e, in particolare, i giudizi di lettura ritrovati restituiscono le ragioni che portarono i commissari della giuria alla premiazione del racconto dello scrittore apparso nell’edizione del 1960 de “Gli zii di Sicilia” per “I coralli” einaudiani: la qualità artistica della prosa, il legame con la regione d’origine e il contenuto civile. Il premio fu, in realtà, assegnato ex aequo al citato racconto sciasciano (per la novellistica), a “Primavera di bellezza” di Beppe Fenoglio (per il romanzo) e a “Giorni che sembrano anni” di Leone Sbrana (per la diaristica). Il contributo è accompagnato dalla riproduzione di due schede di lettura inedite e di un articolo («L’Ora», 10 settembre 1960), oltre che da un inedito apparato fotografico relativo alla cerimonia di premiazione. 
Pag. 269-280

ENRICO GATTA, La buona tavola dei destini incrociati. Leonardo Sciascia a Firenze per il ‘Premio Amici del Latini’

Il Premio Amici del Latini, assegnato periodicamente a un autore in ragione della sua carriera e la cui vincita è costituita semplicemente da un prosciutto e una targa, venne assegnato nel 1988 a Leonardo Sciascia. L’autore del contributo, che fu presente alla premiazione dello scrittore e lo intervistò per il quotidiano fiorentino «La Nazione», ricorda la serata informale trascorsa tra amici a Firenze, presso la locale trattoria del Latini (promotrice storica della manifestazione), tracciando anche il profilo dei discorsi, delle riflessioni dei partecipanti e delle collaterali iniziative svoltesi durante il soggiorno fiorentino di Sciascia, tra libri e incisioni. Il testo è accompagnato da alcune fotografie inedite recuperate da Francesco Izzo e Carlo Fiaschi (che ritraggono Sciascia, tra gli altri, con Mario Luzi e Geno Pampaloni) e dalla riproduzione della copertina della brochure relativa all’edizione del premio. 
Pag. 281-290