RENATA LONDERO, Narratori-traduttori e traduttori-poeti nell’arena: Sciascia e Macrí di fronte al Llanto lorchiano (con Bo e Caproni sullo sfondo)

RENATA LONDERO, Narratori-traduttori e traduttori-poeti nell’arena: Sciascia e Macrí di fronte al Llanto lorchiano (con Bo e Caproni sullo sfondo)

L’articolo studia l’acre polemica che oppose Sciascia a Oreste Macrí nel 1961, in «Rendiconti» (nn. 1 e 2-3), in merito alle loro diverse interpretazioni e versioni italiane del Llanto por Ignacio Sánchez Mejías (1935): quella sciasciana, originale e iperrealistica (1961), e quella macriana (1949, 1974), riformulante ma più attenta alla figuralità del poema. Ne emerge un quadro chiaro anche del modo di intendere l’ispanità da parte dei due autori, che a sua volta getta luce su altre pregevoli rese del Llanto citate da Sciascia: quella di Carlo Bo (1938) e quella di Giorgio Caproni (1958). Il contributo è corredato dalla Tav. V a-b (inserto fuori testo a colori).

Pp. 245-262

 

This article studies the bitter polemic which set Sciascia against Oreste Macrí in 1961 in the journal «Rendiconti» (no. 1 and 2-3), based on their different interpretations of, and Italian versions of, Llanto por Ignacio Sánchez Mejías (1935). Sciascia’s version (1961) was original and hyper-realistic, whereas Macrí’s version (1949, 1974) reworked the poem but was more attentive to its figurality. A clear framework emerges which clarifies the ways the two authors understood the Spanish-speaking world, which in turn sheds light on two other fine renderings of Llanto cited by Sciascia: that of Carlo Bo (1938) and that of Giorgio Caproni (1958).

EUGENIO MAGGI, I poeti spagnoli di Sciascia: note sparse e alcuni testi recuperati

L’articolo ripercorre il corpus dei poeti spagnoli tradotti da Leonardo Sciascia nel lustro 1957-1961, concentrandosi sui testi meno studiati (i Quattro poeti religiosi spagnoli, che si ripropongono in appendice, tra cui Gonzalo Álvarez e Victoriano Crémer) o finora sconosciuti (un sonetto di Carlos Bousoño). Alla luce delle dichiarazioni traduttologiche di Sciascia, si cerca infine di tracciare un bilancio provvisorio dei limiti e delle oscillazioni stilistiche delle sue prove traduttive.

Pp. 263-284

 

This article retraces the corpus of Spanish poets translated by Leonardo Sciascia between 1957 and 1961, focussing on texts which have received less critical attention (the Quattro poeti religiosi spagnoli, including Gonzalo Álvarez and Victoriano Crémer reproduced in an appendix) or which have been unknown until now (a sonnet by Carlos Bousoño). In the light of Sciascia’s discourses on translation, the article seeks to provisionally take stock of the limitations and the stylistic oscillations of his translation in practice.