L’intervento, attraverso passi delle opere sciasciane, interviste e conversazioni che lo scrittore rilasciò in Germania nella prima metà degli anni Ottanta, intende confermare la tesi dello studioso Peter Kuon, secondo cui Auschwitz costituisce il punto di fuga di ogni sguardo di Sciascia sulla Germania, con una netta distinzione però tra gli scrittori mitteleuropei e quelli germanici. Di fronte alla definizione dell’anima tedesca, Sciascia rivendica la sua predilezione per la «Zivilisation» opposta alla «Kultur». Il contributo è corredato dalle Tavv. VII-IX (inserto fuori testo a colori).
Pag. 205-216
Il saggio affronta la visione della Rivoluzione francese nelle opere di Sciascia. Sebbene talvolta ci sia un elogio dell’evento storico, nel complesso le opere sciasciane esprimono vedute più articolate e varie. Si evidenzia come in Francia ci fu un cambio di mentalità, mentre in Sicilia, senza alcuna rivoluzione, i presupposti del vecchio ordine sarebbero durati fino agli anni Cinquanta. Infatti alla fine del Settecento, il timore della rivoluzione da parte della monarchia fece fallire sia i tentativi di riforma, sia la congiura di Di Blasi. Nel Novecento la Rivoluzione viene utilizzata palesemente dai contro-rivoluzionari per manipolare gli idealisti.
Pag. 217-232
Questo articolo analizza il rapporto profondo e duraturo tra Leonardo Sciascia e Michel Foucault, finora poco considerato dalla critica sciasciana. Nella prima parte viene ricostruito, a partire dagli indizi sparsi nelle opere sciasciane, l’insieme dei testi del filosofo francese letti dallo scrittore. Quindi vengono evidenziati i punti di contatto – tematici e metodologici – tra i due e, in conclusione, viene proposto un confronto tra l’idea sciasciana di Sicilia e il concetto foucaultiano di eterotopia.
Pag. 233-250