TIZIANA MIGLIORE, «La strada dei nostri incontri: l’infinito del pensiero». Lettere di Rosario Assunto a Leonardo Sciascia

TIZIANA MIGLIORE, «La strada dei nostri incontri: l’infinito del pensiero». Lettere di Rosario Assunto a Leonardo Sciascia

Le lettere di Rosario Assunto a Leonardo Sciascia sono un documento prezioso per saggiare indirettamente l’estetica di Sciascia, poco teorizzata malgrado gli interessi ampi ed eterogenei dello scrittore di Racalmuto. Il carteggio, che copre l’intero arco della sua attività, dal 1954 al 1988, evidenzia scambi franchi su temi politici, culturali e sociali, indica le letture congiunte e fa capire quanto Sciascia vedesse in Assunto un maestro di stile e di comportamento. Esemplare è il caso dei “mastri di l’oru”, dell’architettura bizantina in Sicilia, che entrambi intendono come una strategia di potere precisa e che suscita il “sogno” di uno studio a quattro mani sul gusto popolare siciliano. Il contributo è corredato da tre riproduzioni nel testo (pp. 269, 273 e 281). 
Pag. 253-282 

GIUSEPPE ZAGARRIO – LEONARDO SCIASCIA, «Con la stessa verità ‘sgrammaticata’ della spontaneità». Il carteggio (1957-1976)

Il carteggio inedito tra Leonardo Sciascia e Giuseppe Zagarrio, ritrovato di recente, si compone di 35 lettere e 6 cartoline, e si snoda tra il 1957 e il 1976, sull’asse geografico-culturale Sicilia-Firenze, che evidenzia il carattere nazionale della cultura siciliana in quegli anni. Dalle lettere emerge un fitto scambio di opinioni, in cui Sciascia è in veste soprattutto di «editore» e Zagarrio in quella d’importante critico letterario. Si scopre anche una suggestiva dimensione privata: tra le righe si percepisce viva l’amicizia che li lega, come pure la ricerca continua di occasioni per incontrarsi in Sicilia o a Firenze. Il carteggio è corredato da cinque riproduzioni nel testo (pp. 294-295, 305, 307, 313). 
Pag. 283-314

VITO ZAGARRIO, Caro Nanà

Il saggio, in parte autobiografico, è una ricostruzione dal taglio filmico, sul filo della memoria e dei miti familiari, del rapporto tra Leonardo Sciascia e Giuseppe Zagarrio, padre dell’autore, docente di cinema e regista. Il pretesto per il ricordo è il ritrovamento di alcune lettere dell’epistolario tra Zagarrio e Sciascia, una sorta di manoscritto ritrovato in bottiglia che permette di investigare sulla storia, fatta di amicizia personale e di battaglie politico-culturali, tra due intellettuali d’altri tempi, a cavallo di città diverse (Firenze, Caltanissetta, Racalmuto, Roma, Cava d’Aliga) e di diversi periodi della storia d’Italia. 
Pag. 315-322