Vengono qui ripubblicati due articoli di Valerio Volpini, il primo scritto all’indomani della pubblicazione de “Le parrocchie di Regalpetra” (Laterza, 1956) per il mensile «Leggere» (15 aprile 1956), il secondo, che tratta in modo più ampio della produzione letteraria di Leonardo Sciascia fino a quel momento, apparso in «L’Italia che scrive» dell’ottobre 1960. Nella postilla che segue, Tiziana Mattioli colloca le recensioni di Volpini, come anche lo scambio epistolare tra i due scrittori, nel segno della ‘pietas’, un contesto che tuttavia permette a Volpini di compiere un’analisi lucida e attenta delle caratteristiche e dei temi delle prime opere di Sciascia.
Pag. 117-126
Prendendo le mosse da una suggestione del critico Claude Ambroise, l’autore del contributo intende illustrare l’importanza di Alessandro Manzoni, e in particolare de “I promessi sposi” e della “Storia della colonna infame”, per la formazione culturale e la scrittura di Leonardo Sciascia. I temi che accomunano i due scrittori vengono identificati, facendo in special modo riferimento a “La strega e il capitano”, nella ricerca di una giustizia sostenuta dalla ragione (in senso illuminista) e dall’interesse per la microstoria, le storie settoriali e la critica alla storiografia ufficiale, attuata attraverso una comune rigorosa analisi documentaria.
Pag. 127-138