DOMENICO SCARPA, ‘Dubbi e indovinelli’. Sul carteggio tra Leonardo Sciascia e Mario dell’Arco

DOMENICO SCARPA, ‘Dubbi e indovinelli’. Sul carteggio tra Leonardo Sciascia e Mario dell’Arco

Il contributo presenta alcune riflessioni sul carteggio tra Leonardo Sciascia e il poeta Mario dell’Arco, pubblicato nel 2015 a cura di Franco Onorati. La corrispondenza ha inizio nel 1949, in un momento in cui entrambi gli interlocutori scrivono su testate di area cattolica; e viene in questa sede riletta e commentata nel suo svolgersi, con interruzioni più o meno lunghe, fino al 1974. Particolare attenzione è data alla ricostruzione di alcuni avvenimenti risalenti agli anni Cinquanta – come la preparazione de “Il fiore della poesia romanesca” (1952) e la direzione della rivista «Galleria» da parte di Leonardo Sciascia –, sottolineando al contempo la centralità di letteratura e politica nella formazione culturale di entrambi. 
Pag. 141-152

MASSIMO RAFFAELI, Sciascia e il suo amico cattolico

Il contributo dell’autore accompagna il carteggio tra Leonardo Sciascia e Valerio Volpini, pubblicato nello stesso numero della rivista per le cure di Tiziana Mattioli. Dello scambio epistolare, iniziato nel 1952 e terminato, più di trent’anni dopo, nel 1984, vengono specialmente sottolineate le diverse posizioni politico-ideologiche assunte dagli interlocutori dalla metà degli anni Cinquanta, posizioni che non impediscono, tuttavia, un “incontro” tra i due amici sull’interpretazione dei tragici avvenimenti del rapimento Moro, secondo le letture proposte, rispettivamente, da Volpini in un corsivo dell’«Osservatore Romano» e da Sciascia ne “L’affaire Moro”. 
Pag. 153-158

PIERGIORGIO GRASSI, La religione di Bernanos nelle pagine di “Galleria”. Tra Sciascia e Volpini

A partire dal carteggio tra Leonardo Sciascia e Valerio Volpini, pubblicato nello stesso numero della rivista per le cure di Tiziana Mattioli, l’articolo illustra la preparazione del numero di «Galleria» (diretta da Sciascia) dedicato a Georges Bernanos e curato da Volpini nel 1958: dall’interesse di Sciascia per lo scrittore francese, alla scelta dai testi da inserire nel fascicolo monografico della rivista – tra gli autori dei quali compaiono Carlo Bo, Albert Béguin e don Primo Mazzolari – fino alla lettura di Bernanos che il compilatore propone nella propria introduzione alla raccolta di scritti. Il testo è accompagnato, tra le altre immagini, dalla riproduzione delle copertine del numero monografico di «Galleria», della plaquette “Le querce e le streghe” di Valerio Volpini (Caltanissetta-Roma, Edizioni Salvatore Sciascia, 1956, collana “I quaderni di «Galleria»”), e da due lettere manoscritte di don Primo Mazzolari a Volpini. 
Pag. 159-168

ALESSANDRO LA MONICA, Gandhi in Sicilia, ovvero il dialogo incerto tra Sciascia e Dolci alla luce delle carte d’archivio

Il contributo propone una serie di riflessioni a partire dal carteggio tra Leonardo Sciascia e Danilo Dolci, e in particolare da una lettera dello scrittore del 1966, oggi conservata presso l’Howard Gotlieb Archival Research Center dell’Università di Boston. Emergono le ragioni che allontanano Sciascia dalle soluzioni proposte da Dolci per la Sicilia su temi (in senso lato) politici e sociali, unitamente, tuttavia, a un senso di ammirazione provato dallo scrittore di Racalmuto nei confronti di Dolci; viene inoltre ricostruita la progettazione di un documentario cinematografico sulle condizioni della Sicilia (“Con il cuore fermo, Sicilia”) che – seppure non realizzato nella forma originariamente prevista – vide la collaborazione di Danilo Dolci e i testi di Leonardo Sciascia. 
Pag. 169-182

ANGELO MARCO DE IORIO, L’immagine e oltre. Sciascia e Camus, un confronto

Il contributo illustra alcuni temi e caratteristiche comuni dell’opera letteraria di Leonardo Sciascia e Albert Camus: a partire dalla letteratura come strumento di difesa del pensiero critico fino all’interesse condiviso per le arti figurative e al potere gnoseologico attribuito al senso della vista. Riguardo questo secondo aspetto in particolare, l’autore sostiene che la condivisa passione per arte pittorica e fotografica rappresenti uno strumento di passaggio dal piano del reale a quello metafisico, in una tensione in certo senso spirituale che si risolve per entrambi in riflessione etica. 
Pag. 183-192