ANDREA MAORI, L’Archivio Sciascia a Radio Radicale

ANDREA MAORI, L’Archivio Sciascia a Radio Radicale

Il testo introduce il lavoro, frutto di una lunga indagine d’archivio dell’autore, contenuto nel DVD-dati allegato al fascicolo della rivista e al quale si rimanda per la visione e l’ascolto dei materiali descritti. Oltre trecentoquindicimila schede di registrazione con le voci di oltre centosessantamila oratori costituiscono attualmente l’Archivio sonoro di Radio Radicale. Un giacimento culturale di notevole importanza e consistenza che attraversa quasi quarant’anni di storia politica italiana. Scorrendo i titoli degli interventi, dal 1978 al 1988, al pari dello studio di un inventario di un archivio cartaceo, ci si rende conto dell’intensa attività del politico Sciascia. 
Pag. 155-159  
 

VALTER VECELLIO, Sciascia a Radio Radicale

Il testo, unitamente a quello di Andrea Maori pubblicato nel presente fascicolo della rivista, offre il contesto ed arricchisce i contenuti del DVD-dati allegato su Sciascia nell’archivio di Radio Radicale. A partire da un inedito, una dichiarazione di voto di Sciascia in occasione delle elezioni politiche del 28 aprile del 1963, si arriva ai giorni intensi e frenetici del sequestro del giudice Giovanni D’Urso, rapito il 12 dicembre del 1980 dalle Brigate Rosse, e rilasciato il 15 gennaio del 1981, nei quali Sciascia parla dai microfoni di Radio Radicale rivolgendosi direttamente ai rapitori e battendosi per la vita. Sciascia era, tra gli scrittori italiani, uno dei più richiesti alla collaborazione; e da “Corriere della Sera”, “La Stampa”, “L’Espresso”, eppure, nei giorni della vicenda D’Urso, nessuno lo volle ospitare, e le sue parole erano diffuse solo da “Notizie Radicali”, “Lotta Continua”, “Avanti!”. 
Pag. 161-166  
 

MARZIA FAIETTI, Linee virtuose in bianco e nero

Sciascia amateur d’estampes, piuttosto che collezionista, apprezzava soprattutto la meticolosità, la cura, la diligenza; l’autonomia rispetto ad altre espressioni artistiche; l’essenzialità del linguaggio segnico fondamentalmente basato sulla linea e, infine, la capacità di raccontare storie complesse e ricche di dettagli mediante sobrie immagini in bianco e nero, così come Valéry. Una simbiosi con la letteratura che trova spiegazione in questo saggio. 
Pag. 167-171  
 

PAOLO SQUILLACIOTI, Da Lagandara a Proust. Un percorso fra immagini e letteratura

C’è un’intima connessione fra l’attività prevalente di scrittore e saggista di Sciascia (e prima ancora di lettore) e quella dilettantesca di amatore e critico d’arte: un’intima connessione che si manifesta anche nel fatto che gli artisti e le loro opere sono, al pari degli scrittori, allusi o esplicitamente citati nella sua produzione narrativa. Esempio ne è Antonio Lagandara, il brigadiere di polizia di “Una storia semplice”, il cui nome rimanda al pittore Antonio De La Gandara, una scelta onomastica che trova la sua ragione forse nel fatto che egli fu autore di ritratti di artisti e letterati, fra cui Paul Verlaine, e si sa della passione di Sciascia per questo genere di produzione, collezionata per tutta la vita e poi donata alla Fondazione Leonardo Sciascia di Racalmuto. La Gandara fu amico e ritrattista del barone Robert de Montesquiou, poeta e dandy ammiratissimo da Marcel Proust, e modello nella Recherche del personaggio Monsieur de Charlus. Una coincidenza poco fortuita che svela il legame insolito dello scrittore racalmutese con Proust. 
Pag. 173-183